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Fake news migranti in Libia, ma è un concerto dei Pink Floyd

La fake news dei migranti sulle coste libiche

La foto è stata scattata nel 1989 a Venezia, durante un concerto dei Pink Floyd su barche e un palco galleggiante.

Centinaia di persone ammassate sulle barche, apparentemente pronte a prendere il largo. È quanto mostra la foto diffusa sui social, accompagnata da una didascalia che la presenta come una prova dell’emergenza migranti: “Porto libico. Non te le faranno mai vedere queste immagini. Sono tutti pronti a salpare in Italia“. Ma la fotografia è stata scattata in un contesto ben diverso: quello del concerto dei Pink Floyd di Venezia, nel 1989.

Fake news

Era il 15 luglio del 1989 quando la celebre band dei Pink Floyd ha tenuto un concerto a Venezia: un evento reso memorabile dall’enorme palco galleggiante su cui si esibirono i musicisti. Allo stesso modo, gli spettatori poterono ammirare la band dalle acque della laguna, a bordo di numerose imbarcazioni.

Certamente né i Pink Floyd né i loro fan potevano immaginare che le immagini di quel concerto, diversi anni dopo, sarebbero state utilizzate per fare propaganda contro i flussi migratori provenienti dal Nord Africa.

Basta osservare l’immagine con un po’ di attenzione per capire che si tratta di finzione. Il palco galleggiante al centro della laguna è una prova lampante. Ma anche la cupola e gli edifici sullo sfondo, per non parlare delle caratteristiche gondole, forniscono più di un indizio. Eppure, è bastato insinuare il sospetto di un’imminente invasione dalla Libia perché la notizia diventasse virale sui social e venisse condivisa da migliaia di utenti.
Il post su Facebook

La post-verità

La tendenza alla diffusione di fake news, allarmi e annunci sensazionalistici non riguarda solo le migrazioni. Si tratta di un comportamento sempre più comune nella società contemporanea, frutto di quella che è stata definita post-verità o verità post-fattuale. Con il termine post-verità si intende la tendenza, nella vita pubblica, a mettere in secondo piano i dati oggettivi e le prove, a favore dell’appello all’emotività e alle convinzioni personali dell’uditorio, al fine di convincere gli altri e di orientare le loro scelte personali.

Nell’epoca della post-verità, non è importante che il dato presentato sia reale: basta che sia verosimile, al fine di persuadere chi ascolta. È il meccanismo alla base della straordinaria diffusione delle fake news, che hanno successo proprio perché fanno leva sulla disinformazione e si appellano “alla pancia” dei cittadini, alle loro paure fomentate da chi favorisce la circolazione di notizie errate.

L’emergenza migranti

Il flusso dei migranti, in particolare quelli dal Nord Africa, è uno degli argomenti che suscita le maggiori paure e perplessità tra la popolazione italiana. Non a caso è un terreno particolarmente fertile per la nascita delle fake news. Solo pochi giorni prima della foto dei Pink Floyd, un’altra immagine era diventata virale: quella che voleva dimostrare come l’annegamento di un piccolo migrante nel Mediterraneo fosse in realtà un fotomontaggio realizzato in studio. Ancora una volta, si tratta di una notizia falsa, ma nel mondo dei social è bastato qualche click perché l’immagine facesse il giro del web.

Il fotomontaggio

I dati

A poco serve esibire i dati ufficiali delle agenzie come l’Ocse, secondo i quali i permessi di soggiorno rilasciati in Italia nel 2017 sono calati rispetto agli anni precedenti, addirittura raggiungendo la metà di quelli del 2000. In particolare, risultano in diminuzione le richieste di soggiorno per motivi lavorativi. Cresce, invece, il numero di richiedenti asilo. Secondo l’Ocse, sono in drastica riduzione anche i flussi provenienti da altri Paesi comunitari. Siamo ben lontani dai primi anni del nuovo millennio, quando i migranti provenienti dalla Romania (come nuovo membro dell’Unione) hanno raggiunto quota 270 milioni nel 2007, contro i 45mila del 2016.

Infine, confrontando i dati italiani con quelli europei, si scopre che il nostro Paese non risulta essere tra quelli a più alta densità di immigrazione. Nel 2014 la Germania ha ricevuto più di un milione di richieste di asilo politico, mentre l’Italia ha raggiunto quota 200mila.

Ciò che balza all’occhio è, naturalmente, l’alto numero di sbarchi che interessano l’Italia per una ragione puramente geografica. Tuttavia, quasi mai la penisola è la meta finale dei migranti che raggiungono l’Europa. Nella maggioranza dei casi, chi sbarca sulle coste italiane intende proseguire verso nord, spesso per raggiungere amici e parenti.