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Fano ordigno bellico affondato, sindaco: "Pericolo cessato"

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Il sindaco Massimo Seri ha dichiarato che la situazione è stata risolta, e che l'ordigno si trova a 2 miglia a largo di Fano

Massimo Seri, sindaco di Fano (Pesaro), ha rassicurato affermando che la fase più critica è stata superata. L’ordigno bellico si trova attualmente al largo a 2 miglia da dov’era prima. L’esplosivo, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è stato messo in sicurezza dall’esercito, e rimarrà in mare per almeno 144 ore. Si tratta del tempo massimo per l’eventuale esplosione. Successivamente, verrà distrutto. A causa del suo ritrovamento, circa 20mila persone erano state fatte evacuare.

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Il peggio sembra passato, e, per fortuna, senza conseguenze troppo gravi se non per il disagio delle 20mila persone di Fano (Pesaro) che sono state fatte evacuare. Lo ha assicurato il sindaco Massimo Seri, che ha anche affermato che non c’è più alcun pericolo. Il primo cittadino ha affermato che l’ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale, rinvenuto vicino alla spiaggia Sassonia, si trova adesso al largo, a 2 miglia di distanza da Fano. Rimarrà in mare per circa 144 ore. Si tratta del tempo entro il quale potrebbe esplodere. In seguito, l’ordigno bellico potrà essere distrutto.
Il sindaco Massimo Seri ha dichiarato: “Abbiamo una grande organizzazione nel nostro Paese”. Il primo cittadino afferma ciò sulla base della macchina organizzativa che ha coinvolto tutte le istituzioni coordinate dal prefetto Carla Ciancarilli. Sono stati coinvolti la Protezione civile, le forze dell’ordine, la Croce Rossa, il Reggimento Genio ferrovieri di Bologna dell’esercito, che ha curato la prima fase delicata di rimozione dell’ordigno, e gli artificieri della Marina Militare che hanno portato in mare e affondato l’ordigno. Solamente nei prossimi giorni, gli esperti sceglieranno se far esplodere la bomba in sicurezza o lasciarla depositata sul fondale marino.

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La vicenda

Dalle ore 20 del 13 marzo, i molti quartieri di Fano, che comprendono il centro storico, la zona Sassonia e la periferia sud, circa 20mila persone erano state fatte evacuare. Queste sono state ospitate da parenti, oppure in palestre e parrocchie della città. Le verifiche sull’ordigno, lungo 1,10 metri e contenente 225 kg di tritolo, avevano confermato la possibilità di esplosione dello stesso. L’ordigno era stato per caso innescato durante i lavori di escavazione. Aveva una spoletta ritardata che avrebbe potuto far detonare la bomba nel giro di 144 ore. Per ciò, è immediatamente incominciata una rincorsa a mettere in sicurezza un raggio di 1,8 km dal luogo del ritrovamento. Evacuati anche la stazione e, parzialmente, l’ospedale Santa Croce. Sono stati poi sospesi il servizio di Pronto Soccorso, la circolazione ferroviaria e il traffico aereo per circa due km sopra Fano. Ovviamente, è stato chiuso anche l’aeroporto. Il sindaco Massimo Feri aveva ordinato anche la chiusura delle scuole oggi. Questa decisione, tuttavia è definitiva per la giornata odierna. Questo perché la rimozione dell’ordigno è avvenuta prima dell’alba. Quindi, a molte famiglie risulta impossibile organizzarsi diversamente con i propri figli.