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Figli uccisi a Rebibbia: la madre aveva strani comportamenti

rebibbia

La mamma che ha ucciso i due figli nel carcere di Rebibbia presentava già comportamenti strani, documentati dalla polizia penitenziaria.

La tragedia di Rebibbia forse si sarebbe potuta evitare. La detenuta che il 18 settembre scorso ha scaraventato i due figli di quattro mesi e due anni dalle scale all’interno della sezione nido del penitenziario romano, uccidendoli, aveva infatti già mostrato segni di insofferenza verso i piccoli.

Gli atteggiamenti strani della donna

Alcuni strani comportamenti erano infatti stati documentati dalla polizia penitenziaria, come quando una mattina la donna ha fatto battere “involontariamente la testa contro una porta alla figlioletta più piccola”, come riportato in una relazione che descriveva il fatto.

La Procura ha quindi chiesto che venga provata durante un incidente probatorio la “capacità mentale” di Alice “al momento del fatto”. Al vaglio degli inquirenti anche altri episodi accaduti a Rebibbia. Una volta infatti la 30enne si era ostinata a non far mangiare i figli, arrivando persino a nascondergli la pappa. Più volte, invece, aveva sottratto il latte di altri bimbi reclusi nel nido del carcere per berlo lei.

“Sembra evidente che ha agito in un momento di follia. Devastata da un malessere psichiatrico” sottolinea infatti il suo difensore, l’avvocato Andrea Palmiero. Dopo il duplice omicidio, la donna ha spiegato di aver compiuto quel terribile gesto per sottrarre i figli alla mafia, spiegando che invece ora erano al sicuro in Paradiso. Dopo la tragedia, la 30enne è stata sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio. Alice era stata arrestata mentre trasportava dieci chili di marjiuana, parte della quale ritrovata persino dentro i pannolini dei piccoli.