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Meloni in conferenza stampa a Vilnius: “Nessun conflitto con la magistratura”

Giorgia Meloni a Vilnius magistratura

In conferenza stampa a Vilnius, Giorgia Meloni ha affrontato diversi temi come magistratura, Pnrr, caso Santanché, La Russa e Delmastro.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa che si è tenuta a Vilnius dopo il vertice Nato, ha risposto a diverse domande sui rapporti del Governo con la magistratura, sui casi che vedono coinvolti Daniela Santanchè, La Russa jr e Delmastro, sul Pnrr e sulla guerra in Ucraina.

Giorgia Meloni a Vilnius, i rapporti con la magistratura: “Nessun conflitto”

Giorgia Meloni si è espressa sulle tensioni che, al momento, connotano il rapporto tra Governo e magistratura, asserendo di essere “sorpresa che l’Anm parli di scontro“. Il premier ha anche precisato che “rafforzare la terzietà del giudice non vuole dire un’aggressione alla magistratura”.

In occasione della conferenza stampa che si è tenuta a Vilnius a margine del vertice Nato, Meloni ha risposto alle domande di attualità dei cronisti presenti e ha asserito di essere “convinta che la maggioranza dei magistrati non pensi in termini di ‘noi siamo i Guardiani contro il Male'”.

“Non c’è alcuna volontà di aprire un conflitto. Non da parte mia”, ha ribadito. E, in merito alle polemiche che infuriano in Italia, ha evidenziato che “si rischia di scivolare su un dibattito che non aiuta” la questione perché “non penso che vada messo insieme quello che il governo ha nel proprio programma sulla giustizia e le scelte che i magistrati fanno su casi specifici”.

In sostanza, stando alle parole del premier, la riforma della giustizia che porta il segno del ministro Carlo Nordio andrà avanti senza ripensamenti. A questo proposito, Meloni ha specificato: “Non contro i magistrati. Anzi speriamo di poterlo fare con il contributo dei magistrati”.

Giorgia Meloni a Vilnius: dalla magistratura al caso Santanchè

Restando in tema di giustizia, il presidente del Consiglio ha affrontato anche il caso Santanchè, osservando che “si tratta di una questione complessa che non compete alle trasmissioni tv” e, ragionando su ipotetici scenari futuri, ha rimarcato che “un avviso di garanzia non rende automatiche le dimissioni di un ministro”.

“Sulla giustizia noi abbiamo un programma chiaro, abbiamo un mandato che ci è stato dato dai cittadini, e lo realizzeremo perché siamo persone che mantengono gli impegni e perché conveniamo tutti sul fatto che in Italia la Giustizia abbia bisogno di correttivi, che vada resa più veloce, più efficiente, che abbia necessità di essere e di apparire imparziale”, ha detto in conferenza stampa. “Mi ha sorpreso che in queste ore in alcune dichiarazioni dell’Anm si siano collegati gli obiettivi del nostro programma della Giustizia a uno scontro tra governo e magistratura, quasi come se queste nostre posizioni, che portiamo avanti da sempre, avessero una sorta di intento punitivo da parte del governo nei confronti della magistratura, e sinceramente non capisco”.

Caso Leonardo La Russa e Andrea Delmastro

Il caso Santanchè non è stato l’unico a essere affrontato da Meloni. Il premier, infatti, è intervenuto anche sulla scabrosa vicenda che vede il coinvolgimento di Leonardo La Russa, figlio minore del presidente del Senato Ignazio La Russa. “Comprendo ma non sarei intervenuta”, ha detto. “Tendo a sodalizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi”, ha aggiunto.

Rispetto alla questione Delmastro, invece, ha affermato: “Mi ha colpito, è una questione politica. Nei suoi confronti vi è una imputazione coattiva contro il parere del pm”.

Pnrr e guerra in Ucraina

Tra i temi affrontati in conferenza stampa, poi, ci sono stati anche il Pnrr e il conflitto in Ucraina. Parlando del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Meloni ha espresso “ottimismo sulla terza rata e sulle modifiche alla quarta”. “Il ministro Fitto sta facendo un ottimo lavoro. Se posso dire vedo molto più allarmismo sul fronte italiano che all’esterno, e non so quanto aiuti questa posizione”, ha detto.

“L’opposizione fa il suo lavoro, ne ho rispetto, ma noi lavoriamo su un piano che non avevamo scritto noi. Ci sono alcune cose che per la Commissione non vanno bene, ma non possono essere imputate a noi. Ci piacerebbe avere una mano invece di fare allarmismo che non aiuta”, ha rimarcato.

Infine, per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, il premier ha osservato: “Senza garanzie di sicurezza per l’Ucraina sarebbe molto difficile arrivare alla pace. Quello delle garanzie di sicurezza è un tema propedeutico a favorire il processo pace e come Italia abbiamo lavorato a sostenere queste garanzie”.

Il fuorionda: smorfia di dolore per i tacchi

Nel rispondere alle numerose domande la premier si è lasciata andare ad una smorfia di dolore. Chiarendo subito dopo quali fossero le ragioni della sua insofferenza: non l’intervento dei giornalisti quanto piuttosto il fastidio ai piedi dopo una lunga giornata con indosso i tacchi alti. Tra un quesito e il successivo ha chiesto “Quanti ne mancano?”, specificando poi che non fosse seccata per le numerose domande ma spiegando le ragioni del ‘fastidio’: “Non mi sono stufata di voi, è per le scarpe”. Poco dopo le viene però detto “Abbiamo chiuso” e a quel punto, sollevata, si ritira.