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I fondi per l'auto elettrica vadano agli aiuti per il caro energia

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Il governo taglia il gas e i consumi di elettricità, ma lascia del tutto invariati gli incentivi a chi ne consuma di più, dalle auto elettriche alle biciclette a batteria.

I mercati finanziari tengono l’Italia sotto tiro: per il debito pubblico in aumento, per le incertezze sul dopo-voto, ma soprattutto per la gestione della crisi energetica. Nella guerra del gas, c’è tolleranza zero: le buone intenzioni valgono meno dei junk bond. Nel caso dell’Italia, le “buone intenzioni” del piano anti crisi del governo sembrano essere costate al Paese almeno tre punti di spread solo negli ultimi due giorni: con 60 miliardi di spesa energetica in più nei conti di quest’anno e 50 miliardi di euro spesi finora sugli aiuti per imprese e famiglie, il piano di risparmi su gas e corrente sembra non solo inadeguato, ma contraddittorio su strumenti e obbiettivi. Se non rischia di lasciare l’Italia al buio, certamente la può mettere in ginocchio.

Nelle intenzioni del governo, il piano dovrebbe portare a una riduzione dei consumi per 5,3 miliardi di metri cubi di gas, “considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi”. Tradotto in italiano, il governo conta di evitare un black out energetico con i riscaldamenti ridotti di un grado, l’accensione degli impianti rinviata di 15 giorni e con un’ora in meno di riscaldamento al giorno: ospedali e uffici pubblici esclusi. Che dire? Con gli incentivi per gli acquisti di candele, il governo avrebbe forse ottenuto di più.

Ma il Nobel per le migliori intenzioni lo merita il capitolo dei risparmi volontari chiesti agli italiani. Un dettagliato elenco di comportamenti “da promuovere” che spazia dalla riduzione della temperatura e della durata delle docce, all’abbassamento del fuoco “dopo l’ebollizione dell’acqua”, fino alla riduzione del tempo di accensione del forno. Da non dimenticare anche l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non è in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando si va in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, e “la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.”

Chiaro il concetto? Il governo taglia il gas e i consumi di elettricità, ma lascia del tutto invariati gli incentivi a chi ne consuma di più, dalle auto elettriche alle biciclette a batteria. E se invece si facessi il contrario, almeno finché le bollette elettriche non torneranno sostenibili?

La Legge 30 dicembre 2018, n. 14 è la manovra che ha previsto delle agevolazioni a favore di chi compra auto elettriche. Fino al 2021, se acquisti un’auto elettrica, hai diritto a questi incentivi statali: fino a 6.000 euro, con rottamazione dell’auto usata; fino a 4.000 euro, senza rottamazione dell’usato. I fondi per le auto a combustione sono stati rifinanziati con 350 milioni a luglio con il Decreto “sostegni-bis”, gli stanziamenti per le auto elettriche e plugin, che avrebbero dovuto durare sino alla fine del 2021, sono stati stabiliti nel 2018, quando le vendite di elettriche erano poche centinaia e la quota di mercato 0,4%. Questo ritmo di spesa proseguirà certamente l’anno prossimo e in quelli a venire, senza tenere conto della realtà finanziaria del paese e della crisi energetica internazionale. E, al conto, vanno aggiunti gli incentivi (a fondo perduto) per le colonnine elettriche di ricarica delle batterie.

Se l’emergenza energetica è drammatica come sembra, logica e buon senso dovrebbero guidare le risorse da spendere, non la demagogia o le valutazioni elettorali.

Da quanto visto finora, gli incentivi sugli acquisti di candele avrebbero forse convinto di più: sia per onestà sulla crisi, sia perché le candele costano meno della luce, si producono in Italia e non finanziano la Russia di Putin. Ma la crisi del gas sarà lunga e imprevedibile: tutto il resta possibile.