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Caso Saman Abbas, il padre: “Non ho picchiato né ucciso mia figlia. Era contenta di sposarsi”

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Nell’aula della Corte di Assise di Reggio Emilia, il padre di Saman Abbas ha negato di aver ucciso la figlia e ha detto di non averla mai picchiata.

Shabbar Abbas, padre di Saman Abbas, ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee in aula in relazione all’omicidio della figlia, scomparsa nella primavera del 2021 e ritrovata morta a novembre 2022. L’uomo, imputato per l’uccisione della 18enne, ha affermato di non aver mai picchiato la figlia né, tantomeno, di averla ammazzata.

Il padre di Saman Abbas: “Non ho mai picchiato né ucciso mia figlia”

Ha negato di aver ucciso sua figlia Shabbar Abbas, il padre della ragazza di 18 anni di origine pachistana scomparsa da Novellara nella primavera del 2021 e trovata morta a novembre 2022. L’uomo ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee nell’aula della Corte di Assise di Reggio Emilia.

“Non è vero che sono andato a casa di Saqib (il fidanzato di Saman, ndr) a minacciare. È falso, come quelli che dicono: ‘Ha ammazzato la figlia ed è scappato via’”, ha detto l’uomo che ha anche negato di aver organizzato un matrimonio combinato per la figlia.

“Anche io voglio liberarmi di tanti mesi di peso. Figlia mia morta, mia famiglia finita per me. Io dico tutta la verità. Saman stava sempre chiusa? No, andava per Novellara”, ha affermato, parlando in un italiano stentato per quasi due ore. “Ho sentito mio figlio dire che ho tirato fuori un coltello, che lo picchiavo. Signori giudici, nella mia vita non ho mai picchiato nessuno. Non ho mai picchiato mia figlia o figlio o qualcun altro. Ho sentito tante parole false che mi fanno sentire molto male”.

“Mai nella vita mia ho pensato di uccidere mia figlia. Neanche gli animali fanno queste cose. Signori giudici non ho mai pensato queste cose”, ha continuato Shabbar Abbas in lacrime. “Era mio cuore, mio sangue, ho portato qua il mio cuore e il mio sangue. Non ammazzo figli, non sono un animale. Neanche da pensare. Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua, una in Pakistan”.

Caso Saman Abbas, il padre: “Era contenta di sposare il cugino”

“Ho sentito parlare di un matrimonio combinato, anche questo non è vero. Lei era contenta di sposare il cugino“, ha poi dichiarato l’uomo, imputato nel processo per l’omicidio della figlia. Le nozze con il parente in Pakistan, secondo l’accusa, sarebbero state combinate dalla famiglia della vittima e imposte alla 18enne.

Oltre a Shabbar Abbas, nel processo, sono imputati anche la madre della ragazza, Nazia Shaheen, lo zio Dannish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Durante le dichiarazioni spontanee, il padre di Saman ha anche asserito: “Saman era molto intelligente, forte, poi diceva anche bugie. Mia figlia ha detto bugie. Anche questo mi fa male. Signori giudici, i genitori mai pensano male per i figli, anche io non ho mai pensato il male per mia figlia. Sempre le volevo bene, sempre ho lavorato in campagna, sotto le serre, mai sono andato a rubare”.

I servizi sociali e la richiesta di giustizia

“Io non sapevo perché mia figlia veniva portata via dai servizi sociali. Quando andavo dai carabinieri, mi dicevano ‘aspetti fuori. Vai a casa’. Pensavo che fosse perché ero straniero, pachistano e che a loro non fregava niente. Quando tornavo a casa mia moglie lei mi diceva ‘cosa hanno detto’, e io le dovevo dire delle bugie, le dicevo che la settimana dopo avremmo saputo. Lei piangeva, batteva la testa contro il muro. Signori giudici, questi servizi sociali non pensano ai minorenni, non li trattano bene. Questi escono, fumano. È un disastro. Rovinano la vita dei bambini”, ha aggiunto.

Infine, Shabbat Abbas ha affermato che anche lui desidera scoprire chi ha ucciso sua figlia. “Il 30 aprile (il giorno della scomparsa, ndr) andava tutto bene e non c’erano problemi in casa mia. Voglio capire anche io chi l’ha ammazzata, con chi andava quella notte e chi la veniva a prendere”, ha concluso l’imputato.