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Il senso di Piersilvio per la tv

Pier Silvio Berlusconi

Il “click” di Piersilvio presso lo studio 20 di Cologno Monzese, subito dopo il funerale del padre, ha aperto un mondo e un nuovo corso in Mediaset

E’ oggettivo il fatto che dopo la morte di Silvio Berlusconi, che sotto l’aspetto imprenditoriale, bancario, mediatico e politico ha segnato in meglio l’Italia svecchiandola dai dogmi di una sinistra comunista e giustizialista, qualcosa in Mediaset sia cambiato e Piersilvio abbia davvero le mani sciolte dopo vent’anni.

L’arrivo di Bianca Berlinguer a Rete4 sarebbe stato impensabile con il Cavaliere in vita, Barbara D’Urso non sarebbe mai stata accompagnata alla porta (senza preavviso, come dice lei), Belen Rodriguez non avrebbe mai abbandonato la barca dove naviga ben remunerata e ben trattata da anni, l’ignota Myrta Merlino non sarebbe stata gradita poiché il pubblico non la riconosce come personalità televisiva d’impatto, probabilmente Veronica Gentili non sarebbe mai approdata a Le Iene, visto che il programma, oltre che sull’inchiesta, vive anche d’intrattenimento. Finalmente, la Gentili potrà sfruttare anche le sue doti d’attrice.

Lo sprint di Piersilvio in questi palinsesti è stato forte e inaspettato; per un figlio che, televisivamente parlando (e riscriviamo televisivamente), non vuole aver a che fare con il padre, il ritorno de La ruota della fortuna affidata a Gerry Scotti è una vera sorpresa. Idem La Talpa su Italia1, dopo anni in cui la rete è andata avanti a Le Iene e poco altro, con la scusa vera o presunta della mancanza di soldi e per non danneggiare Canale5. E poi una nuova versione di Io Canto sull’ammiraglia, che chissà non possa spalancare di nuovo le porte ad una tv dei ragazzi di cui Italia1 avrebbe tanto bisogno per ricompattare la sua missione iniziale, non guardando solo agli over 34.

Il resto, è storia di anni: tutti i programmi della De Filippi confermati, i talk di Rete4 in pompa magna, quelli di Canale5 idem. Manca del coraggio nel prendere di petto la prima mattina di Italia1 e Rete4, la prima ferma al 3-4% e la seconda a meno dell’1. Ormai è assurdo affermare che una rete toglie spettatori all’altra; in un momento in cui molta gente scappa dalla tv per rifugiarsi nelle piattaforme, un grande evento, una buona fiction, un bel prodotto d’intrattenimento, non fanno altro che riportare telespettatori al piccolo schermo, per buona pace degli investitori e in questo caso di Publitalia. Il discorso sarebbe più complicato ma la sintesi è questa; visto che la visione dei contenuti è cambiata e il pubblico idem, quando una massa si (ri)sposta sulla tv, è chiaro che è tutto il piccolo schermo a beneficiarne.

Ci vuol coraggio soprattutto nello scommettere sui giovani, che sono il vero problema della tv. Italia1, in questo caso, sarebbe la rete-esperimento adatta; il pubblico va addomesticato come lo è stato per i reality e i talent. Piersilvio, tra le situazioni che si è dimenticato, c’è quella di (ri)dare un senso a Italia1, seppur in low budget; sa bene che si vuole, i soldi si trovano. Italia1 dovrebbe avere in palinsesto serie tv per adolescenti, cartoni animati con una storia che appassiona piccoli e pre-ado, programmi che attraggono il target adolescente come quello giovane, rinnovarsi, essere da faro per le nuove generazioni, insomma permettere alla rete di crescere le nuove generazioni. Vanno bene in prima serata i film triti e ritriti che fanno l’8% di share ma prima o poi anche il pubblico abitudinario cambia lido poiché gli stimoli editoriali non mancano.

La generazione ’70, ’80, ’90 attende fiduciosa, che poi è quel pregiatissimo target commerciale a cui Mediaset fa riferimento per vincere le gare degli ascolti. Piersilvio, siamo con te.