> > La rinuncia di Conte: le reazioni dei politici

La rinuncia di Conte: le reazioni dei politici

impeachment

Dopo la rinuncia di Conte a formare il governo il M5S chiede l'impeachment contro Mattarella. Le reazioni dei politici, dalla Lega al PD.

“Bisogna parlamentarizzare tutto anche per evitare reazioni della popolazione” afferma Luigi Di Maio dopo la caduta del governo Conte. Il leader del MoVimento 5 Stelle, infatti, chiede l’impeachment per Sergio Mattarella. La sua colpa aver rifiutato il nome di Paolo Savona come ministro dell’Economia. Di Maio afferma che la Lega in Parlamento deve sostenere lo stato d’accusa al Capo dello Stato. Ma Matteo Salvini prende tempo e spiega: “Prima devo studiare”.

Di Maio: problema non era Savona

“In sei anni in Parlamento io non avevo mai visto una cosa del genere” afferma ieri sera in un video pubblicato su Facebook Luigi Di Maio. Il capo politico del M5S, infatti, dichiara: “Oggi ci è stato impedito di fare il governo del cambiamento”. “Non perché noi c’eravamo induriti su Savona – aggiunge – ma perché tutti quelli come Savona non andavano bene”.

“Tutti quelli che nella loro vita sono stati critici sull’euro e sull’Europa non vanno bene come ministro della Repubblica” afferma Di Maio. “Allora abbiamo un grande problema in Italia, che si chiama democrazia” precisa il pentastellato. “Questa non è una democrazia libera” accusa quindi Di Maio, rivolgendo poi un attacco diretto al Capo dello Stato. “Io sono stato un profondo estimatore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma questa scelta per me è incomprensibile” dice.

“Nel contratto di governo non c’era l’uscita dall’euro ma solo la modifica dei Trattati europei” puntualizza. “Non ci è stato permesso di governare, anche se rappresentiamo circa il 60% del consenso popolare” sostiene l’ex Presidente della Camera. “Allora diciamocelo: in queso Paese è inutile andare a votare tanto i governi le decidono le agenzie di rating, le lobby finanziarie e bancarie” denuncia.

M5S chiede impeachment

“Qui il punto non è un nome ma il modo di intendere l’Italia, sovrana oppure no. E per noi l’Italia è sovrana. Se si vuole impedire la partenza di un governo del M5S e della Lega, un governo del cambiamento, allora ce lo devono dire chiaramente. Anche se oggi lo hanno dimostrato” tuona ancora Luigi Di Maio. “Io sono molto arrabbiato. Io non posso accettare che il ministro dell’Economia italiano o altre nazioni o quelle agenzie di rating che non ci hanno informato però della crisi del 2007 facendo perdere risparmi a milioni di persone in tutto il mondo” sottolinea quindi concludendo il video messaggio.

Dopo pochi minuti, il pentastellato chiarisce in che maniera intende quindi agire contro il Capo dello Stato. In una telefonata a Che tempo che fa, Luigi Di Maio annuncia che il M5S è intenzionato a chiedere impeachment contro Sergio Mattarella. “Bisogna parlamentarizzare tutto anche per evitare reazioni della popolazione” sostiene infatti il leader 5 Stelle. Non è la prima volta che Di Maio parla di azioni che qualcuno può considerare anche al limite dell’eversione.

Il 6 maggio, intervenendo a Mezz’ora in più, il capo politico del MoVimento 5 Stelle a Lucia Annunziata aveva infatti detto: “Non sta ancora succedendo ma quello che vedo è un rischio per la democrazia rappresentativa. – eggiungendo – Io non minaccio nulla ma il rischio di azioni non democratiche può esserci”.

Salvini: devo studiare

In un comizio elettorale a Fiumicino, Luigi Di Maio dal palco afferma che la Lega è obbligata a sostenere la messa in stato d’accusa di Sergio Mattarella. In caso contrario, Matteo Salvini dimostrerebbe che invece era solo una tattica per andare ad elezioni. Il leader leghista però prende tempo. “Impeachment? Io studio. Io amo fare le cose dopo averle studiate” spiega ai cronisti stamattina mentre si dirige in Parlamento.

Salvini quindi spiega perché non ha sostituito Paolo Savona con il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti, come chiesto dal Quirinale. “Noi abbiamo detto al Presidente della Repubblica che c’era una squadra e c’era un progetto. Savona era la massima garanzia di riuscire a contrattare condizioni vantaggiose per l’Italia in Europa. Più di Giorgetti”.

“Non si può dire di no ad un ministro perché non ha la condivisione del mondo dei mercati, della finanza, dello spread e di alcune capitali europee” attacca il segretario della Lega. “Non c’è scritto da nessuna parte in Costituzione. E’ un pezzo di democrazia che parte, è una sovranità limitata” aggiunge. Salvini sostiene infatti: “Mattarella non mi ha detto no ad un nome ma no ad un’idea. Era un no a chiunque volesse ricontrattare alle regole europee”. Il leader del Carroccio quindi puntualizza infatti: “Non abbiamo mai detto che volevamo uscire dall’euro. Nessuno parlava di questo né di uscita dall’Unione europea”.

Meloni appoggia l’impeachment

“Se fosse vero che è stato Sergio Mattarella a porre il veto su Paolo Savona come ministro dell’Economia sarebbe incredibile” dichiara in un video pubblicato su Facebook Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia sostiene infatti che “non esiste alcuna norma della Costituzione italiana che consente al Presidente della Repubblica di rifiutarsi di nominare un ministro solamente perché non ne condivide le idee”.

“Se questo veto fosse confermato sarebbe drammaticamente evidente che il Presidente Mattarella è troppo influenzato dagli interessi delle Nazioni straniere” accusa la Meloni. Poi l’annuncio: “Fratelli d’Italia nel caso in cui chiederà al Parlamento italiano la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica per alto tradimento a norma dell’articolo 90 della Costituzione”.

Renzi al fianco di Mattarella

Matteo Renzi in un post su Facebook lascia intendere quella di Lega e M5S è solo una tattica pensata per “fuggire dalle responsabilità” di governo. “O non sono capaci o hanno paura” sottolinea infatti il segretario dimissionario del Partito Democratico. “Nelle ultime settimane hanno bruciato miliardi di risparmi degli italiani con dichiarazioni scriteriate sull’Euro, sul debito, sul futuro” ricorda Renzi.

“E oggi, anziché far partire il Governo come avrebbero agilmente potuto fare, rilanciano contro il Presidente della Repubblica paventando la messa in stato di accusa” denuncia l’ex premier. “A loro – aggiunge – non interessa cambiare l’Italia, ma vivere un conflitto permanente contro tutto e contro tutti, persino contro il Capo dello Stato”.

Renzi assicura invece che il PD sta “dalla parte delle Istituzioni, orgogliosi della nostra bandiera e della nostra appartenenza all’Italia e all’Europa” scrive. “Faremo sentire la nostra voce, calma e coraggiosa, senza paura. Noi lo faremo in Parlamento, ma chiedo a tutti di farlo sui luoghi di lavoro, nelle sedi delle associazioni, negli incontri con gli amici. Se necessario nelle piazze” puntualizza. Renzi afferma infatti che “oggi c’è bisogno di un popolo che dica no a chi vuole spaccare tutto, a chi usa alibi per non assumersi responsabilità, a chi gioca sulle ansie della gente”.

Martina: impeachment? E’ da irresponsabili

Il segretario reggente del PD Maurizio Martina si trova pienamente concorde con Matteo Renzi riguardo la gravità della situazione. “È inaccettabile che, ancora una volta, si tenti di far passare la propaganda del popolo contro il Palazzo” denuncia sulle pagine del Corriere della Sera. L’ex ministro dell’Agricoltura sull’impeachment chiarisce: “Gli attacchi alla presidenza della Repubblica sono gravissimi. Salvini e Di Maio si leggano la Costituzione agli articoli 92 e 95, le regole fondamentali che anche loro devono rispettare”.

“Salvini ci vuole portare in Polonia o in Ungheria, ma la grande maggioranza degli italiani non lo seguirà” assicura. Il Quirinale ha in queste ore dato l’incarico a formare un governo di transizione a Carlo Cottarelli, ex commissario della spending review. In Parlamento però i numeri per la fiducia attualmente non ci sono. L’unico partito a quanto pare favorevole a votare Cottarelli sarebbe infatti solo il PD.

Se quindi il governo salta “dobbiamo prepararci a ogni scenario, lavorando tutti insieme per rendere evidenti i pericoli cui ci stanno portando Lega e 5 Stelle” afferma Maurizio Martina sempre al Corriere della Sera. “Con il loro contratto stanno minando il futuro dei giovani ed è da lì che deve partire il nostro progetto alternativo” conclude.

Berlusconi: impeachment? M5S irresponsabile

Dopo le dimissioni di Giuseppe Conte e la nomina di Carlo Cottarelli, il leader di Forza Italia rompe il silenzio. E prende le distanze dalla Lega. Silvio Berlusconi prima di tutto chiarisce: “Prendiamo atto con rispetto delle decisioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e osserviamo con preoccupazione l’evolversi della situazione politica”.

“Come sottolineato dal Presidente Mattarella in un momento come questo il primo dovere di tutti difendere il risparmio degli italiani, salvaguardando le famiglie e le imprese del nostro Paese” ammette quindi l’ex Cavaliere. Poi l’attacco a Luigi Di Maio: “Il MoVimento 5 Stelle che parla di impeachment è come sempre irresponsabile”.

Inizialmente Forza Italia sembrava possibilista a dare la fiducia a Carlo Cottarelli ma in queste ore il portavoce dei gruppi parlamentari azzurri Giorgio Mulè annuncia invece: “Il centrodestra deve essere unito oppure non è centrodestra. Non voteremo Cottarelli”.

Elezioni: Salvini e M5S in coalizione?

Matteo Salvini ha dichiarato che se Forza Italia voterà il governo Cottarelli la coalizione di centrodestra è rotta. A detta di molti però il leader della Lega sembra in realtà cercare una scusa per allearsi alle prossime elezioni con il MoVimento 5 Stelle. “L’alleanza con il centrodestra salta se si rivà alle elezioni? Vorreste andare in coalizione con i 5 Stelle?” chiede un giornalista a Salvini mentre si reca in Parlamento.

Il segretario della Lega non chiude a tale possibilità. “Il lavoro fatto non è un lavoro inutile, – risponde – c’è un contratto, c’è un’idea di Italia, che prevede il cambiamento di alcune regole europee”. “Se hanno bocciato Savona adesso non potranno bocciare Savona a vita, e noi riproporremo le stesse idee” annuncia quindi Matteo Salvini. Rimane solo da capire chi farà parte di questo “noi”.