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La telefonata di sconforto: "Mamma, stiamo perdendo, al diavolo l'esercito russo"

Soldati russi sul fronte ucraino

La telefonata di sconforto: "Mamma, stiamo perdendo, al diavolo l'esercito russo, Putin è uno stolto, lui vuole prendere Kiev, ma non c’è modo di poterlo fare"

Riportata su carta o online quella telefonata di sconforto non perde nulla della sua tragica efficaca: “Mamma, stiamo perdendo, al diavolo l’esercito russo“. Un reportage del New York Times rivela la situazione sul campo durante la battaglia per Kiev e nelle fasi preparatorie della seconda ondata della guerra della Russia all’Ucraina. In questo caso a parlare è Evgenij: “Ciao mammina, siamo nella città di Bucha, siamo in una situazione di stallo”. 

“Mamma, stiamo perdendo, al diavolo l’esercito”

E Sergey proclama: “Perderemo questa guerra”. “Metà del nostro reggimento è distrutto”, lo sottolinea Andrej. E sempre in quel report un secondo Sergey afferma: “Ci hanno dato l’ordine di uccidere tutti”. Vlad invece la dice tutta: “Quando ritorno a casa voglio smettere. Al diavolo l’esercito”. Alexandr confessa poi: “Putin è uno stolto. Lui vuole prendere Kiev, ma non c’è modo di poterlo fare”. Quelle conversazioni sono in certo senso le “prove provate” sia del fallimento della strategia di Mosca che delle efferatezze commesse nel tentativo di attuarla e delle critiche a chi l’avrebbe voluta attuare. 

Le chiamate non autorizzate dei soldati

Scrive il NYT in analisi del pezzo: “I soldati russi hanno disobbedito agli ordini e hanno fatto delle chiamate non autorizzate dai loro cellulari a mogli, fidanzate, amici e genitori in gran numero dalla prima linea”. E ancora: “La capitale ucraina doveva cadere nel giro di pochi giorni, tuttavia afflitta da errori tattici e dalla feroce resistenza ucraina, l’avanzata distruttiva del presidente Putin si è rapidamente bloccata e le sue forze si sono impantanate per la durata della maggior parte del mese di marzo alla periferia della città”.