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La televisiva italiana è la più bella del mondo (checché se ne dica e scriva)

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A tutte le ore serie tv, intrattenimento, documentari, cartoni animati, approfondimento e una scelta di contenuti a piacimento del telespettatore.

Abbiamo tanto di cui lamentarsi per quanto riguarda la televisione italiana e, di conseguenza, i giovani che scappano verso lo streaming, ma è pur vero che l’italiano medio è lamentoso di natura e le nuove generazioni non si accontentano mai dei contenuti proposti, anche in virtù del fatto che si annoiano facilmente e abitano un mondo che corre alla “velocità della luce”.

Al di là di questi preamboli, riflettiamoci bene: dove riusciamo a trovare una televisione con un’offerta vasta come in Italia? Rai, Mediaset, La7, Discovery, Sky, Comcast, le tv regionali offrono ogni giorno e a qualsiasi ora l’imbarazzo della scelta, dai film all’intrattenimento, dalle all news fino ai documentari, dalle televendite alle serie, finanche ai cartoni animati. Checché ce ne lamentiamo, la televisione italiana fa invidia a tutto il mondo ed è di spunto per i broadcaster del globo, anche se il più delle volte i prodotti televisivi autoctoni non sono apprezzati; è vero anche che se non ci crediamo in primis noi, come possono crederci gli altri? Acquistando prodotti all’estero, si risparmia certamente, come senza dubbio si perde in originalità, ma in questa materia scattano problemi di diritti e costi in cui non ci vogliamo addentrare, anche perché i broadcaster ne uscirebbero con le ossa rotte. Non si parla solo di offerta ma anche di bellezza e qualità, che possono essere certamente soggettive, ma sicuramente oggettiva è la questione che a tutte le ore si trovino contenuti per i gusti più disparati.

Certe volte, abbiamo talmente tanta scelta che non sappiamo dove orientarci, stordendo il telespettatore o talvolta orientandolo verso lo streaming, dove può scegliere prodotti inediti con un click. Grazie alla Rai e poi a Mediaset, abbiamo una cultura televisiva impressionante e che ha inizio negli anni ‘50; negli ultimi vent’anni, si sono affacciati sul mercato altri gruppi, che hanno reso l’offerta variegata e forzatamente monotematica. Forzatamente perché le reti monotematiche, e quindi il cosiddetto “spezzatino”, hanno ridotto gli ascolti, l’appeal delle grandi reti tv e quindi gli investimenti pubblicitari; questi sono concorrenza e showbusiness, e l’evoluzione dell’offerta non si fermerà di certo nel 2023. E menomale, ma i broadcaster classici dovranno reinventarsi a tempo di record per non restare indietro; al momento, hanno dimostrato di reggere il colpo. La televisione è spesso bistrattata ma senza questa anche la commercializzazione dei prodotti streaming passerebbe in sordina, con conseguenti flop delle ott, che ultimamente non sono pochi.

Due anni fa, il lockdown ci ha ricordato per l’ennesima volta che la tv generalista non è morta, anzi è più viva che mai: i record di ascolti di Harry Potter vicini ai 4 milioni (all’ennesima messa in onda), Amici e C’è posta per te con risultati monstre vicini ai 7 milioni, ne sono stati un esempio. A meno di grandi eventi o di programmi che ormai risuonano da anni nelle orecchie di tutti, il telespettatore non sa mai cosa guardare in tv eppure ha tutto davanti a sé.

La tv generalista, come quella monotematica, è paragonabile all’ormai futuristico on demand; la miriade di offerta che vediamo in tv, la si può rivedere in streaming dopo poche ore. Spesso, ciò che all’inizio puoi vedere solo in streaming, lo rivedi a distanza di pochi mesi sul piccolo schermo: Mare Fuori docet. Offerta e qualità della televisione e dello streaming si rincorrono in maniera forsennata; lo streaming offre una valida alternativa se si vuole vedere qualcosa d’innovativo che ancora la televisione non è in grado di raggiungere e come dice l’esperto di contenuti Riccardo Pasini “Canale5 e Netflix saranno presto la stessa cosa”.