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Le ricadute finanziarie per Elon Musk su Tesla e su Twitter

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L'intento del patron di Tesla sul social network sembra comprensibile ed apparentemente innocuo ma non è così quantomeno dal punto di vista finanziario.

L’operazione di Elon Musk, che sta per diventare il nuovo proprietario di Twitter, ha un obbiettivo ormai apertamente dichiarato: il patron di Tesla intende cambiare il volto del social ora un po’ omologato e spesso contestato per l’uso di algoritmi di censura e farlo diventare un luogo di scambio di opinioni del pensiero libero.

Sembra un intento comprensibile ed apparentemente innocuo ma non è così quantomeno dal punto di vista finanziario. Questa operazione non sarà un pasto gratis.

Intanto mentre le azioni di Twitter sono salite da 40 a 50 dollari, con un rialzo del 20% nell’ultimo mese, altrettanto non si può dire di quelle di Tesla, la società di auto elettriche di Musk. Solo nella giornata di martedì 26 aprile è stata registrata una flessione delle valutazioni delle azioni di Tesla addirittura del 12%, giungendo a 876 dollari dai 1000 dollari dei giorni precedenti.

È pur vero che i massimi dell’azione Tesla sono arrivati a superare i 1100 dollari nell’ultimo mese per poi ritracciare. Tuttavia è indiscutibile che i primi cali delle azioni siano stati registrati in corrispondenza della presentazione della prima offerta di Musk su Twitter. Il modello di business di Twitter dovrà per forza funzionare pena la necessità di ricapitalizzazione di Tesla, la quale, comunque è in un momento positivo per la vendita delle sue autovetture elettriche.

Il motivo di questo rintracciamento azionario, in controtendenza alle vendite delle automobili elettriche, è anche da ricondurre alla stessa operazione di Twitter che ha ottenuto copertura, oltre che dal patrimonio del miliardario, anche dal debito garantito dalle azioni della stessa Tesla. In più va ricordato il nuovo debito ricaduto sulle spalle di Twitter che inevitabilmente ne ridurrà il cash flow. Il “margine”, a livello di cassa, per autosostenersi, rimane stretto per Twitter ora che è “caricato” di questo nuovo debito da ripianare.

In dettaglio nell’operazione, Morgan Stanley è il consulente principale di Musk, congiuntamente a Bank of America Corp. e Barclays Plc. La banca d’affari oltre ad aver affiancato il CEO di Tesla in questa iniziativa, ha anche dato il proprio sostegno per garantire 25,5 miliardi di dollari di finanziamenti a Musk.

Oltre la banca statunitense altre nove banche stanno affiancando Morgan Stanley nell’ affare, tra cui Credit Suisse Group AG, BNP Paribas SA, Citigroup Inc. Mizuho Bank e Deutsche Bank AG. È da ricordare come 12,5 miliardi di dollari in prestiti utilizzano le azioni Tesla di Musk come collaterale . Musk si è esposto anche personalmente di 21 miliardi di dollari in finanziamenti azionari, secondo i dati della Securities and Exchange Commission il 21 aprile. Questa operazione dovrebbe portare a commissioni dall’1 al 3% per Morgan Stanley.

Secondo i termini dell’affare, anche gli azionisti avranno un grosso beneficio specie in previsione dei risultati non proprio floridi che si ritiene verranno presentati da Twitter alla prossima trimestrale. Gli investitori infatti riceveranno $54.20 per le azioni di Twitter che possiedono, con un premio del 38% rispetto al prezzo delle azioni del giorno prima che Musk rivelasse il suo piano di acquisizione di Twitter.

È da notare che non è stata la prima operazione che coinvolge pesantemente le azioni di Tesla. A novembre 2021 Musk aveva venduto 6,9 miliardi di azioni in una settimana. Una delle più grosse cessioni che non fosse stata dovuta ad una vendita forzata. Anche in quel caso i contraccolpi erano stati rilevanti con la perdita del 15% delle azioni di Tesla. Questa vendita era stata preceduta da un sondaggio su Twitter (Tweet di Musk) mediante il quale l’imprenditore poneva il quesito se fosse il caso di vendere il 10% delle azioni di Tesla.

Da ricordare anche come del 2018 l’imprenditore di origine sudafricana si era divertito con una dichiarazione risultata “un pesce d’aprile” in cui aveva annunciato il fallimento di Tesla. In quel caso, nonostante vi fossero rallentamenti nella consegna di uno dei modelli di Tesla, il titolo non ne ebbe contraccolpi, dimostrando scarsa volatilità.

L’imprenditore, come è noto, non è nuovo agli azzardi, e, se il modello di business basato sul libero pensiero e sulla trasparenza che ha in mente per Twitter, riuscirà a generare profitti tali da consentire di ripagare il debito e di non gravare eccessivamente sulle azioni Tesla, sarà svelato in futuro.

Da industriale visionario delle auto elettriche ma anche delle sfide spaziali, Elon Musk ci riserverà senz’altro qualche sorpresa e, forse, immaginiamo che non sarà solo il libero pensiero per i tweet ma anche a creazione di un ecosistema legato a Twitter, a generare il valore che il miliardario auspica e che potrebbe ricompensare felicemente il suo “azzardo”.