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Coronavirus, rimandato il Festival di Cannes: ipotesi rinvio a luglio

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Il Festival di Cannes è stato ufficialmente rinviato a causa dell'emergenza coronavirus che sta colpendo l'Europa. Si valuta lo spostamento in estate.

Gli organizzatori del Festival di Cannes hanno ufficialmente rimandato la kermesse cinematografica, originariamente prevista dal 12 al 23 maggio, a causa dell’emergenza coronavirus che sta colpendo l’Europa. In un comunicato diramato nella serata del 19 marzo è stata infatti avanzata l’ipotesi di rinviare l’evento in estate, indicativamente tra fine giugno e inizio luglio.

Coronavirus, rinviato il Festival di Cannes

Il comunicato inviato alle agenzie di stampa inizia esprimendo il sostegno degli organizzatori verso tutti coloro che sono coinvolti nella lotta contro il coronavirus: “In questo periodo di crisi globale, i nostri pensieri sono rivolti alle vittime del COVID-19 ed esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di tutte le persone che stanno combattendo la malattia”.


Successivamente viene ufficializzato il rinvio della manifestazione cinematografica a data da destinarsi, con la speranza di riuscire a scongiurare l’annullamento dell’edizione 2020: “Oggi abbiamo preso la seguente decisione: il Festival di Cannes non può svolgersi nelle date previste, dal 12 al 23 maggio. Si stanno valutando varie opzioni per evitare l’annullamento e la principale è un semplice posticipo, a Cannes, fino alla fine di Giugno o inizio di luglio 2020“.

L’unica edizione annullata nel 1968

La nota si chiude con l’auspicio che possa essere decisa al più presto una data certa per l’indizione del Festival, che in oltre settant’anni di storia conobbe un unico annullamento nel 1968: “Appena gli sviluppi della situazione sanitaria della Francia e del resto del mondo ci permetteranno di prendere una decisione in accordo con il governo francese e il municipio di Cannes insieme ai nostri partner ve lo faremo sapere”.

In quell’occasione le proteste studentesche del maggio francese, alle quali si unirono numerosi registi in concorso e membri della giuria del Festival come Roman Polanski e Monica Vitti, costrinsero infatti gli organizzatori a dichiarare nulla quell’edizione per l’impossibilità oggettiva di proiettare le pellicole.