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Emanuele Patti, il nuovo album: "Racconto la vita del quartiere popolare"

Emanuele Patti Quartiere pop

Nell'intervista esclusiva il cantautore presenta "Quartiere pop". Dopo un momento difficile, racconta "il bello e la poesia" del quartiere popolare.

Amore, difficoltà, routine e amicizia: uno spaccato di vita quotidiana dà vita al nuovo album di Emanuele Patti, cantautore milanese che il 18 dicembre è uscito con “Quartiere pop”. Come in un quartiere popolare, i dieci brani che vanno a comporre l’album sono fotografie di vita vera. Nell’intervista esclusiva, Emanuele Patti ha parlato di “Quartiere pop”, della sua passione per la musica e dei progetti futuri.

“Mi sono chiesto a lungo se pubblicare o no questo album. In realtà avevo deciso di tenere queste canzoni per me. Ho scritto “Quartiere pop” in un periodo della mia vita in cui avevo deciso che sarebbe stato il mio ultimo lavoro, avevo superato i trent’anni e mi sentivo a una sorta di bivio, volevo “fare il punto” e pensavo che non avrei scritto più. Nel frattempo ho fatto uscire altri singoli e ho tenuto questo progetto discografico come un lavoro intimo e terapeutico. Alla fine ho deciso di pubblicarlo perché spero che questo disco possa essere di ispirazione per chi nonostante tutto riesce a non smettere di inseguire le proprie passioni e non perde la voglia di realizzarsi con quello che ama veramente”. Così il cantautore milanese ha presentato il nuovo album.

“Quartiere pop” è un disco molto personale, una vera e propria istantanea della vita del cantautore. Usando la similitudine di un quartiere popolare, i dieci brani dell’album sono come case che contengono storie diverse tra loro, ma tutte piene di ricordi e autenticità. Nel brano che dà il titolo al disco emerge un dialogo tra cantautori che condividono le paure e le insicurezze di chi ha scelto una professione “fuori dagli schemi”. Nel descrivere la routine della vita quotidiana, che appare come un loop triste e ripetitivo, il protagonista si chiede se forse non sia meglio lasciare tutto e fermarsi. Una canzone catartica, che proprio perché è stata scritta dimostra che è valsa la pena andare avanti.

Emanuele Patti presenta “Quartiere pop”

“È un disco a cui ho iniziato a lavorare circa 3 anni fa. Ho sempre fatto l’autore per altri, ma avevo da parte tante canzoni. Mi trovavo in un periodo un po’ difficile, mi sentivo abbastanza demoralizzato: non è facile farsi strada nel mondo della musica e superata una certa età si sommano altri ostacoli. “Quartiere pop” è una canzone che mi è nata di getto. È nata dal negativo, ma è diventata pieno di energia e ha assunto una funzione catartica. I miei brani restano intimi e a essi ho voluto aggiungere dei ritmi movimentati e grezzi, che sapessero rispecchiare il colore e il movimento di un vero quartiere popolare”, ha spiegato Emanuele Patti in riferimento al nuovo disco.

Il suo consiglio è chiaro: “In un momento di sconforto, lavorare può essere uno sprono giusto per rialzarsi”. Quindi ha aggiunto: “È stata una bella rivincita con me stesso. La mia chitarra è stata un anno con la polvere sopra. Non volevo più prenderla in mano, mi sentivo angosciato. Facevo fatica a trovare la spinta giusta: il miracolo è stato trovare collaboratori molto solari che mi hanno dato una mano e mi hanno fatto riscoprire l’amore per la musica. Anche nei momenti di sconforto la loro presenza è stata fondamentale: mi hanno spronato e fatto capire che ne vale la pena”.

Emanuele Patti Quartiere pop

Emanuele Patti non ha descritto solo “Quartiere pop”, il nuovo album del quale è orgoglioso e che è un regalo speciale, soprattutto in un periodo difficile a causa dell’emergenza sanitaria. Nell’intervista ha parlato anche dei nuovi progetti: “Vorrei partecipare a Musicultura e continuo a scrivere canzoni. Non voglio fermarmi proprio adesso: ho 35 anni e non ho mai smesso di scrivere”.

La metafora del quartiere popolare

In “Quartiere pop” racconta la meticolosa e abituale routine che ci accompagna quotidianamente, ma lui è riuscito a darle una svolta: “Ho cambiato spirito: il modo di vedere le cose a fare la differenza”. Inoltre, Emanuele Patti in “Quartiere pop” dà un’immagine molto realistica della vivacità del quartiere popolare. Ne dà una connotazione variopinta: Ho voluto dare al quartiere popolare un senso positivo. Ovunque c’è il bello e il brutto. L’importante è che ci sia vita. Ed è proprio dai piccoli gesti vissuti nel mio quartiere popolare, dove sono nato e cresciuto, che spesso traggo l’ispirazione per le mie canzoni. “Gesù con gli occhiali da sole” nasce dall’incontro con un uomo che, avvicinandosi a me, mi ha detto: “Assomigli a Gesù”. Troppo spesso siamo prevenuti nei confronti dell’altro: quell’uomo mi faceva un po’ paura e invece il suo gesto è stato speciale. È come se mi avesse regalato un fiore. Le mie canzoni non nascono a tavolino: serve vivere. Uscire e restare attivi è la soluzione migliore”.

Emanuele Patti Quartiere pop

Emanuele Patti in “Quartiere pop” ha usato una metafora per “ampliare il significato del quartiere popolare: ho usato un diminutivo per trasmettere un’immagine positiva. Nel mio nuovo album c’è vita e vissuti reali. Come nel brano “Ragazza di Baggio”. Si tratta di una canzone molto personale, nella quale rivedo mia mamma e tutte le donne cresciute in periferia, svolgendo lavori umili, ma mettendo amore in ogni gesto. Anche nel quartiere popolare c’è chi sa vedere del bello e della poesia laddove gli altri vedrebbero solo un luogo cupo e grigio”.