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Sanremo 2021: le pagelle della quarta serata

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Le pagelle dei Big di Sanremo 2021 nella quarta serata: da Annalisa a Random.

Nella quarta serata del Festival di Sanremo i Big in gara sono tornati a presentare le loro canzoni, seppure con qualche intoppo. I problemi tecnici con l’audio, infatti, hanno più di una volta condizionato le esibizioni. Piacevoli, nonostante ciò, queste ultime. Ecco le pagelle.

Annalisa – 6,5

Una esibizione senza infamia e senza lode. Annalisa apre le danze ma non si fa scalfire dall’emozione. La sua Dieci è priva di sbavature. Non si distacca più di tanto, tuttavia, dalle canzoni che già conosciamo dell’artista.

Aiello – 5

La canzone c’è, ma sul palco dell’Ariston Aiello porta con sé una energia esagerata. Le urla già al secondo ascolto finiscono per esasperare l’ascoltatore. Restano una bella melodia ed un testo interessante, ma meglio ascoltarla in radio.

Maneskin – 7,5

La band proveniente da X-Factor porta a Sanremo una canzone fuori dalle righe, ma riesce a calarsi sul palco e stupire tutti. L’arrangiamento è da applausi e le voci sono calibrate ad hoc, nonostante l’elevata intensità del brano. La sala stampa li rilancia nella classifica finale dopo le delusioni delle scorse serate. Promossi.

Noemi – 6,5

Una esibizione che non fa saltare i telespettatori dal divano. Glicine è il solito brano con sbalzi di tonalità, che la cantante fa da padrone senza difficoltà. Sembra di averlo già sentito parecchie volte. Forse da Noemi ci si aspettava qualcosa di più.

Orietta Berti – 7

Alla veneranda età di 77 anni Orietta Berti non sbaglia una nota. La voce c’è e l’entusiasmo pure. Quando ti sei innamorato è un brano un po’ retrò, che senza dubbio si distacca dalle altre proposte Big e riporta ad un Sanremo alla vecchia maniera. I meno giovani apprezzeranno. E non soltanto loro.

Colapesce e Dimartino – 7,5

Colapesce e Dimartino sono riusciti a portare a Sanremo un brano che, fin dal primo ascolto, resta in testa. Alla quarta serata (quando si esibiscono con ancora più tenacia e precisione rispetto all’esordio) tutti ormai canticchiano Musica Leggerissima. Una canzone con un testo con poche pretese, ma che sembra destinata a monopolizzare le radio. Una gran sorpresa.

Max Gazzè – 6

A far parlare sono più i travestimenti che la canzone. Il farmacista sembra una rivisitazione di una delle vecchie canzoni del buon Max Gazzè. Non desta l’attenzione dei telespettatori, complice anche la difficoltà nel comprendere le parole. Una sufficienza risicata.

Willie Peyote – 6,5

È la sopresa della 71° edizione di Sanremo. Willy Peyote ha scalato le classifiche, prima della giuria demografica e poi della sala stampa. Mai dire mai (La locura) è un gioco intellettuale dalle alte pretese. Non tutti, però, probabilmente colgono il significato critico della canzone, piuttosto si fanno trascinare dal ritmo. Il rapper torinese, ad ogni modo, non commette errori e merita una sufficienza piena.

Malika Ayane – 6

La voce di Malika Ayane non si smentisce, ma la sua Ti piaci così non sembra essere destinata a spiccare il volo. Livello inferiore rispetto alle precedenti apparizioni, sia in termini di testo che in termini di arrangiamento. La variazione di stile non sembrerebbe essere stata una scommessa vinta.

La rappresentante di lista – 7

Un’altra sorpresa nella 71° edizione di Sanremo. La rappresentante di lista si destreggia con la sua Amare in sbalzi di tonalità che riesce a gestire senza difficoltà. Non sarà la canzone candidata alla vittoria, ma ha senza dubbio stupito i telespettatori.

Madame – 6

Ennesima vittima dell’autotune, ma riesce a stupire nonostante la giovane età. L’emozione dell’esordio nella quarta serata lascia maggiore spazio alla sicurezza. La sua Voce può essere una ottima rampa di lancio per la carriera. Siamo sicuri che in futuro riuscirà a fare di meglio.

Arisa – 6,5

Gigi D’Alessio firma per Arisa la classica canzone sanremese. L’esibizione della cantante è priva di sbavature, ma non stupisce nessuno. Brano sentito e risentito che finisce per annoiare con la sua rinondanza.

Coma Cose – 5,5

Fiamme negli occhi è orecchiabile, ma le imperfezioni dei Coma Cose sono evidenti. Nella quarta serata meglio rispetto che all’esordio. Per raggiungere la sufficienza, tuttavia, manca ancora un passo. Gli appassionati dell’indie avranno ad ogni modo apprezzato.

Fasma – 5,5

C’è un po’ di voce in quell’autotune. Per sentirmi vivo non è per nulla male, ma Fasma non riesce a farne a meno nel corso della totalità del brano ed il giudizio non può che risentirne. Peccato, ci sarebbe piaciuto che si fosse messo un po’ di più alla prova.

Lo stato sociale – 7

Ormai abbiamo imparato a conoscere lo stile dello Stato Sociale. Frizzanti e brillanci, capaci di portare sul palco ogni volta una performance unica. Combat Pop diverte e dona un attimo di allegria ai telespettatori di Sanremo, ma resta un passo indietro rispetto a Una vita in vacanza. L’effetto sorpresa è ormai svanito.

Fedez e Francesca Michelin – 6,5

L’emozione di Fedez non ci ha ancora permesso di godere al meglio di Chiamami per nome. Meglio senza dubbio nella quarta serata rispetto che nella prima, ma si può fare ancora di più. Al momento, tuttavia, la coppia non sembra essere destinata a decollare. Il brano, intanto, fa il giro delle radio, dove è certamente più pulito rispetto alla versione live.

Extraliscio e Davide Toffolo – 5,5

Bianca luce nera è senza dubbio fuori contesto rispetto alle altre canzoni di Sanremo. Gli Extralisco e Davide Toffolo ad ogni modo hanno certamente trovato un modo per attirare su di sé le attenzioni, senza commettere errori. Resta qualche dubbio sul brano. Gli amanti del genere avranno però apprezzato.

Francesco Renga – 5

La vera delusione della 71° edizione di Sanremo è Francesco Renga. Quando trovo te ha un ottimo arrangiamento, ma il cantante non riesce a farlo da padrone e si destreggia tra imprecisioni e sbavature. Nella quarta serata è costretto anche a fare il bis a causa di un problema tecnico, ma i telespettatori probabilmente ne avrebbero fatto a meno. La versione registrata è senza dubbio più piacevole.

Gio Evan – 5

Bel testo, ma nulla di più. Gio Evan non riesce a calarsi sul palco di Sanremo con la sua Arnica. Fino alle strofe parlate non sfigura, ma all’arrivo del ritornello inizia a far fatica ad alzare il tono. Meglio poeta che cantautore.

Ermal Meta – 8

Un milione di cose da dirti è creata ad hoc per vincere Sanremo. Ermal Meta non poteva fare di meglio e si candida dunque al podio. Una scelta studiata nei minimi dettagli: dal ritmo non esattamente elevato al testo d’amore, fino agli acuti senza margine d’errore tipici del cantante. Non gli si può dire nulla.

Bugo – 6

Nella quarta serata è senza dubbio più sciolto rispetto che all’esordio. Bugo si è scrollato di dosso l’ombra di Morgan e la figuraccia dello scorso anno. Seppure con qualche sbavatura, la sua esibizione con la canzone autobiografica E invece sì non nuoce ai telespettatori.

Fulminacci – 6

Molto più sicuro nella quarta serata rispetto all’esordio, ma commette ancora qualche sbavatura. Il mito di De Gregori è evidente. La strada però risulta ancora parecchio lunga. Tutto sommato, ad ogni modo, risulta piacevole.

Gaia – 6

Non sfigura ma non incanta neanche. In tanti hanno notato il vano tentativo di imitare Elettra Lamborghini nel balletto della sua Cuore amaro. Seppure le doti vocali siano nettamente superiori a quelle dell’ereditiera, in termini di movenze non c’è storia. Forse sarebbe stato meglio affidarsi ad un corpo di ballo di professionisti.

Random – 4

Il rapper non riesce a calarsi nella parte. Stona sia all’esordio che nella quarta serata, precipitando inevitabilmente in coda alla classifica. Una disavventura probabilmente figlia dell’inesperienza. Sarà per un’altra volta.

Irama – 6

Un sei politico per Irama. La sua esibizione nelle prove generali viene mandata in onda anche nella quarta serata, con gli stessi problemi di sincronia. Peccato non poterlo sentire live, dato che la sua La genesi del tuo colore prometteva bene.