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Lockdown all'italiana: trailer e cast del film uscito al cinema

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In sala c'è Lockdown all'italiana, commedia con Martina Stella ed Ezio Greggio. Ecco la recensione, la trama e il cast

Sbarca in sala l’attesissimo e discusso Lockdown all’italiana, commedia del 2020 del re dei cinepanettoni Carlo Vanzina.

Il film ha fatto molto discutere ancor prima dell’uscita per la polemica sullo “scherzare e sul mettere alla berlina un tema fondamentale come il covid, argomento principale del film.

La storia parla di due coppie che durante il lockdown litigano e si accusano di tradimenti coniugali sul tipico sfondo della commedia degli equivoci.

Per molti Lockdown all’italiana è uno dei punti più bassi del cinema italiano degli ultimi anni, per altri solamente una commedia dimenticabile che punta tutto sulle solite tematiche populiste da cinepanettone.

Quale sarà la mia opinione?

Il cast di Lockdown all’italiana

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I quattro protagonisti sono divisi in due coppie.

La prima è formata da Martina Stella (modella e sedicente attrice in L’ultimo bacio di Muccino e nel recente Natale a 5 stelle) e Ricky Menphis (Distretto di polizia, Ex-amici come prima e Divorzio a Las Vegas) nei rispettivi panni di Tamara e Walter.

La seconda coppia è quella di Ezio Greggio (presentatore di Striscia la notizia e uno dei simboli del genere dei cinepanettoni) e l’attrice romana Paola Minaccioni (Benedetta follia di Carlo Verdone e Burraco fatale) per i ruoli di Giovanni e Mariella.

A supporto abbiamo in piccoli parti la giornalista sportiva Maria Luisa Jacobelli, l’eccellente e straordinario comico Riccardo Rossi e il partenopeo Biagio Izzo.

La trama del film

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Mariella scopre che il suo facoltoso marito Giovanni la tradisce con la procace Tamara, che a sua volta convive con il modesto tassista Walter.

Sia Tamara che Giovanni vengono cacciati da casa ma proprio quel giorno il governo istituisce il lockdown, costringendo le coppie a doversi sopportare per l’intero periodo fra equivoci, scappatelle e gag sulla situazione italiana del Covid-19.

La recensione di Lockdown all’italiana

Era il il 1987 quando Hollywood faceva vincere ad un maestro del cinema nostrano come Bernardo Bertolucci ben 9 premi oscar per L’ultimo imperatore e innalzava cinematograficamente l’Italia ad una delle nazioni più ammirate del mondo, continuando la scia di Fellini, Visconti, Antonioni, Monicelli e tantissimi altri.

Poi sono arrivati in massa i cinepanettoni e tutti i tipi di commedie si sono adattate ed evolute fino a marcire in Lockdown all’italiana. Non una semplice messa in fila di luoghi comuni, stereotipi e recitazioni amatoriali da far accapponare la pelle.

Il regista e sceneggiatore Enrico Vanzina riesce nell’impresa di non far ridere (con l’intenzione di farlo) deridendo senza pietà e con una leggerezza quasi crudele il Covid-19, con tutto quello che ha rappresentato…

E se la sceneggiatura è qualcosa di inqualificabile, ad aggiungerci il peso ci si mette pure tutto il resto.

L’intero progetto, ad ogni livello, è una presa in giro dello spettatore, che viene immaginato come un decerebrato senza intelligenza e con il solo interessi dei seni e dei glutei delle procaci ragazze sessualizzate sullo schermo.

Sapete che cosa vi dico? Andate a vedere Lockdown all’italiana così da rendervi conto quanto è finito in basso il nuovo cinema italiano…se ancora ne esiste uno.