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Simonetta Columbu: “La mia carriera da Che Dio ci aiuti a Mollo tutto e apro un chiringuito"

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Dal convento di "Che Dio ci aiuti" alla spiaggia di "Mollo tutto e apro un chiringuito" fino al sogno di diventare giornalista: Simonetta Columbu si racconta a Notizie.it.

È diventata famosa al grande pubblico grazie a un ruolo di primo piano in una delle fiction Rai più seguite e più amate dagli spettatori, “Che Dio ci aiuti”. Ma in realtà nella carriera televisiva e non solo Simonetta Columbu vanta molte collaborazioni e molti progetti. Li racconta a Mirror, la rubrica di Notizie.it.

Ciao Simonetta, benvenuta. Il grande pubblico ti ha conosciuto con “Che Dio ci aiuti”. Che tipo di esperienza è stata per te?

Partecipare a “Che Dio ci aiuti” è stata un’esperienza bellissima. Il lavoro sul set è durato in tutto 18 mesi, quindi tantissimo, ed è stata una palestra fondamentale per me. Lavorare con attori e attrici già affermati del calibro di Elena Sofia Ricci e Piera Degli Esposti, che purtroppo è mancata quest’anno, è stata una bellissima esperienza.

Quanto c’è di te nel personaggio che interpretavi e quanto è rimasto poi di Ginevra in te nella tua vita privata, terminate le riprese?

Sicuramente ci sono dei tratti che accomunano me e Ginevra, come il fatto di essere spesso buffe, buone, genuine. Sono proprio questi i tratti che da subito mi hanno fatto appassionare e affezionare in modo particolare a questo personaggio. Poi più va avanti il lavoro più personaggio e attore dialogano fra loro e si arricchiscono a vicenda.

Prima di approdare in prima serata su Rai1 con “Che Dio ci aiuti” hai dovuto, come tutti nel mondo dello spettacolo, fare molta gavetta. Ti va di raccontarcela?

Sicuramente ho fatto una gavetta importante, ma soprattutto prima di “Che Dio ci aiuti” ho preso parte a un film [Io sono tempesta, ndr] con Daniele Luchetti al fianco di Elio Germano e Marco Giallini. È un’esperienza di cui sarò eternamente grata, una grande opportunità. Inoltre ho lavorato molto con mio padre e a questo proposito vorrei fare un appello a tutti quelli che su Internet scrivono che sono figlia di un tale Giuseppe. Non esiste Giuseppe Columbu, mio padre si chiama Giovanni. Di professione fa il regista e io sono stata protagonista di un suo lavoro che è poi stato presentato al Festival di Locarno.

Lo hai anticipato tu stessa poco fa: sei figlia d’arte, tuo padre è un regista affermato. Quanto pesa questa “eredità”, in positivo e in negativo?

A me non pesa minimamente. Sono assolutamente felice delle mie radici e della mia famiglia, che ogni giorno mi aiuta e mi stimola a dare il meglio di me. Anche perché quando penso a mio padre io penso a un papà, non a un regista. Vorrei poi sottolineare che io ho lavorato tendenzialmente nelle fiction, mentre lui fa un tipo di lavoro cinematografico molto diverso, va sempre alla ricerca della rottura della grammatica cinematografica canonica.

Non sei mai stata – come purtroppo spesso accade nelle famiglie che lavorano nello stesso ambito – ritenuta una privilegiata?

No, anche perché mio padre non è un produttore, non ha niente a che fare con le produzioni Rai. Il suo è un cinema di ricerca, di rottura, molto diverso dalla “leggerezza” dei lavori che sto facendo io.

Qual è il tipo di cinema in cui invece ti piacerebbe recitare?

A me interessano i singoli progetti, non tanto il tipo di cinema. Può essere una bellissima esperienza fare un film low budget ma anche un cinepanettone. Ogni esperienza è bella nella sua unicità.

Quali sono i nuovi progetti a cui stai lavorando?

Il 7 dicembre uscirà al cinema un film molto divertente intitolato “Mollo tutto e apro un chiringuito“, ispirato al Milanese Imbruttito.

C’è molta attesa per questa pellicola. Puoi svelarci chi interpreti in questo film e – ovviamente senza rivelare troppo della trama – darci qualche anticipazione?

“Mollo tutto e apro un chiringuito” è una commedia molto divertente e simpatica, girata in parte a Milano e in parte in Sardegna. Il protagonista è proprio il milanese imbruttito insieme alla moglie, la milanese imbruttita, e il loro figlio. In questa storia, oltre alla comicità, si possono cogliere tanti riferimenti importanti che hanno a che fare con il territorio, con il rispetto delle radici, dell’ambiente e della cultura locale, in questo caso quella sarda.

Torniamo un attimo a “Che Dio ci aiuti”. Ci puoi dare qualche anticipazione su come continuerà la serie e soprattutto su come evolverà il tuo personaggio?

Purtroppo non so nulla, bisogna ancora avere un po’ di pazienza.

Passiamo a un aspetto che si conosce poco di te. Sei molto seguita sui social ma riveli molto poco della tua vita privata: come descriveresti la Simonetta di tutti i giorni?

Credo che ci siano dei sentimenti universali che accomunano tutti noi: ricchi e poveri, belli e brutti. Vivo provando i sentimenti di una giovane donna di 28 anni, niente di più e niente di meno. Ovviamente ho le mie passioni: il cinema, la fotografia, la scrittura, il documentario, la cucina, il mio cane.

Non avrei chiesto la tua età per galanteria ma l’hai rivelata tu stessa. Quindi a questo punto ti domando: come ti vedi tra 20 anni?

Probabilmente con una famiglia, con il mio lavoro che suppongo sarà quello dell’attrice ma chi lo sa? Ho tante passioni, tra cui quella del giornalismo. Magari un giorno diventeremo colleghi!

Quello del giornalismo è un percorso molto diverso dal tuo attuale. Stai davvero valutando di intraprenderlo?

Sì perché mi rendo conto che è bello essere al centro dell’attenzione ma mi piace molto sentire le storie degli altri e raccontarle, un po’ come ora faccio con la mia e con quella dei miei personaggi.

A proposito di giornalismo e di donne, in questi giorni ha fatto molto discutere quanto accaduto a Greta Beccaglia, una collega e una giovane donna come te. Sei una ragazza giovane, nota al grande pubblico. Hai mai vissuto episodi spiacevoli a causa del comportamento maschile?

Devo ammettere che non sono mai stata vittima di situazioni simili ma mi rendo conto che si tratta solo di fortuna, perché può capitare a tutte in qualsiasi circostanza. La molestia subita da Greta è una scena davvero brutta e triste e trovo giusto che sia stato poi impedito a chi ha compiuto questo gesto di andare allo stadio per tre anni.

Un’altra caratteristica che emerge dal tuo profilo Instagram è che hai mantenuto un rapporto molto solido con la Sardegna.

La Sardegna è la terra da cui provengo e con cui ho un legame molto forte. Io mi sento sarda, anche negli stereotipi con cui ci descrivono: sono socievole, sì, ma mantengo sempre un po’ di distanza, tendo a creare rapporti solidi ma che devono essere coltivati nel tempo.

In conclusione, ti va di dare un consiglio a chi è più giovane di te e che vuole seguire le tue orme e intraprendere questa carriera?

Io consiglio a tutti coloro che vogliono fare le attrici e gli attori di impegnarsi, di essere felici, di non avere ansie e soprattutto di avere pazienza, soprattutto all’inizio.