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ll castello della Manta in provincia di Cuneo: la storia

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La storia Il castello della Manta, che sorge sulle colline dell’omonimo comune in provincia di Cuneo, fu costruito attorno al XII secolo per essere un avamposto militare, poi, probabilmente nei due secoli successivi, venne trasformato in una vera e propria roccaforte. Nel Quattrocento questo lu...

La storia

Il castello della Manta, che sorge sulle colline dell’omonimo comune in provincia di Cuneo, fu costruito attorno al XII secolo per essere un avamposto militare, poi, probabilmente nei due secoli successivi, venne trasformato in una vera e propria roccaforte. Nel Quattrocento questo luogo diventò un feudo, andato in eredità, nel 1416, a Valerano, figlio illegittimo di Tommaso III, marchese di Saluzzo. Nacque così il nuovo casato dei Saluzzo della Manta. Da subito Valerano si dedicò all’ampliamento del castello e a lussuose migliorie, come gli affreschi della Sala Baronale, tra i più significativi esempi di arte tardo – gotica. Verso la metà del XVI secolo il castello subì nuove modifiche per ordine del luogotenente Michele Antonio, discendente di Valerano, e di suo cugino Valerio.

Nel 1793 i Saluzzo della Manta si estinsero e il complesso – che per un certo periodo era stato anche usato come ospedale militare – venne lasciato in abbandono. Lavori di recupero sono stati eseguiti di recente, riguardando pure la vicina chiesetta di Santa Maria del Castello, che era stata anch’essa proprietà dei Saluzzo – . Il Comune della Manta ha affidato questo luogo al FAI per un’opera di riqualificazione.

Leggende e fantasmi

Il castello sarebbe uno dei tanti infestati da fantasmi. Ce ne sono ben tre: quello di un giovane moro, quello di una moglie infedele e quello di una giovane contadina morta per amore. Il giovane moro, nelle notti di luna piena di febbraio, danzerebbe con le Dame raffigurate nella Sala Baronale, che in queste occasioni prenderebbero forma. Il ragazzo, chiamato al castello in quanto conoscitore di erbe medicinali e riti magici, s’innamorò ricambiato della bellissima figlia del castellano, con la quale ebbe una relazione segreta poiché il padre sarebbe stato contrario: questi tuttavia scoprì ogni cosa e rinchiuse la figlia in un convento, mentre il moro si suicidò per il dolore, gettandosi dal torrione più alto del castello. Il suo fantasma si aggirerebbe ancora in questo luogo, specie nelle notti di luna piena.

Poi c’è il fantasma della Dama Bianca, moglie infedele di un castellano, la quale, dopo aver consumato gli incontri amorosi con gli amanti, li faceva gettare in un pozzo all’interno del quale c’erano dei coltelli. Il fantasma della nobildonna non vorrebbe che le sue stanze (dette “stanze rosse”), vengano occupate e si manifesterebbe agli intrusi, disturbandoli e spaventandoli. Sulla sua leggenda esistono diverse versioni. Infine c’è il fantasma di una giovane contadina, morta di dolore dopo l’uccisione del suo amato, caduto in un’imboscata insieme al castellano di cui era scudiero.

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