Per quei manifesti che l’additavano in foto come piena di amanti fra cui professionisti, calciatori e politici pure effigiati una donna si difende. La vicenda aveva sconvolto prima un intero quartiere di Palermo, poi tutta a città per quel rione tappezzato da decine di “accuse” con tanto di fotografie dei presunti “protagonisti”. La donna era finita su un manifesto insieme al suo ex marito e a 15 uomini.
Manifesti che l’additavano piena di amanti
In quei fogli attaccati dovunque essi erano indicati come suoi presunti ex amanti: tra loro politici, ex calciatori e avvocati. Il legale della donna, avvocatessa Fabrizia Giunta, ha spinto la sua assitita a scrivere una lettera dove esprime il suo disgusto, il tutto mentre da quanto si apprende anche l’ex marito ha presentato denuncia per quanto accaduto. Ha scritto la donna: “Nei giorni scorsi sono stata oggetto di un fatto moralmente condannabile ed altamente deprecabile. Succede che il mio volto viene associato a una sequela di uomini, con note ulteriori, additandoli come miei ex amanti”.
“Ho pensato ai miei figli, comprendo a condanno”
E ancora: “Da come composto, emergerebbe una responsabilità da parte del mio ex marito. Ho provato vergogna, umiliazione, additata come una donna al centro di illazioni sessuali, e quindi colpevole; l’uomo, invece, nello stesso orrendo pettegolezzo sarebbe stato un conquistatore“. Poi la donna spiega: “Ho subito pensato ai miei figli, cosa potesse accadere nella loro interiorità. Li ho protetti, anche da quella risata collettiva sparsa nei social. La derisione è un sentimento di povertà, di miseria umana. Chiunque ha agito nel pensiero e nell’azione è sicuramente una persona con serie difficoltà umane e personali, che vive nella competizione e nella frustrazione. Comprendo e condanno“.