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Manovra, il ministro dell'Economia Giorgetti: spazio di spesa limitato a causa del Superbonus

Calcolatrice, monete, conti

A causa del Superbonus 110% lo spazio di spesa è limitato e insufficiente a coprire la prossima manovra

Lo spazio di spesa è limitato, informa il ministro dell’Economia Giorgietti, è disponibile soltanto un terzo delle risorse necessarie a soddisfare le richieste mosse dai partiti di maggioranza per le principali esigenze pubbliche, comprese la Sanità e le pensioni. Secondo il ministro del Tesoro la causa è il Superbonus, che è costaterà alla cassa statale circa 100 miliardi di euro. 

Giorgietti, aumentare lo spazio di spesa limitato dal Superbonus per la manovra

Lo spazio di spesa è estremamente limitato e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgietti imputa la maggiore causa al Superbonus. L’incentivo per le ristrutturazioni edilizie costerà alle casse pubbliche ben 100 miliardi di euro, di cui 80 ancora da pagare. 

A questi si devono aggiungere circa 30 miliardi di euro, necessari per gli interventi da approvare entro dicembre. Per la prossima manovra il governo deve quindi rivedere il deficit di spesa previsto per quest’anno – attualmente pari al 4,5% del Pil – e alzarlo, ampliando lo spazio di spesa. 

Altrimenti, risulterebbe estremamente faticoso attuare e coprire gli interventi necessari e alleggerire l’Erario. Restano infatti in piedi diverse voci di spesa programmate dal governo, che devono essere bilanciate con cautela per non minare la finanza pubblica. 

Il taglio di spesa è insufficiente per la prossima manovra 

Tra i protagonisti della prossima manovra c’è il taglio del cuneo fiscale, che sarà prorogato per ridurre il peso dei contributi e aumentare le buste paga dei lavoratori con reddito medio-basso. Una manovra che costerà all’Erario circa 10 miliardi di euro

Almeno un’altra decina di miliardi sarà invece indispensabile per mettere in atto le misure per le famiglie, di cui circa 4/5 miliardi per ridurre le tasse sulle tredicesime, potenziare il welfare aziendale, elargire i sostegni alle nascite e applicare gli sconti sulla produttività, e 6 miliardi per il funzionamento degli organi statali. 

Senza il rialzo del deficit, nella migliore delle ipotesi si arriverebbe soltanto a un terzo delle risorse necessarie e questo ipotizzando una diminuzione della tassa sugli extraprofitti bancari e i risparmi dei ministeri e dell’assegno unico. Oltretutto, c’è il non indifferente guadagno delle accise sui carburanti.  

La richiesta all’Europa 

Oltre al rialzo del deficit, l’Italia chiede anche l’intervento europeo per riuscire a fronteggiare le spese, principalmente con riguardo alle pensioni e agli interventi sanitari. In particolare, si chiede il computo delle spese dovute alla guerra in Ucraina e alla transizione energetica.