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Mario Mantovani, nuova sequestro di beni per l'ex vicepresidente della Lombardia

Mario Mantovani

Nuovo sequestro di beni per l'ex vicepresidente della regione Lombardia Mario Mantovani. A condurre le indagini gli uomini del Nucleo di polizia tributaria.

L’ex vicepresidente della regione Lombardia, Mario Mantovani, è di nuovo sotto inchiesta. Per lui l’accusa è di reato di peculato. Il Gip di Milano, supportato dal Nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha disposto il sequestro per 1,3 milioni di beni. Assieme a lui sono indagate altre 9 persone. A condurre le indagini del nuovo filone d’inchiesta è il pm Giovanni Polizzi. Questo a due anni di distanza dall’ultima indagine (Ottobre 2015), dove era finito sotto accusa per corruzione, concussione e turbativa d’asta.

Mario Mantovani, nuove accuse

Le nuove indagini sul politico di Forza Italia stavolta coinvolgono un diverso giro di affari. Il pm Polizzi ha infatti fatto sequestrare 1,3 milioni di euro dai conti di Mantovani. Ad accogliere la richiesta di sequestro, il gip Teresa De Pascale. Questi è accusato di aver sottratto una ingente somma di denaro alle casse delle cooperative sociali a lui riconducibile. Avrebbe creato e stipulato falsi contratti di locazione tra le sue Onlus e una società “SPEM srl“. Entrambe riconducibili a lui medesimo.

Il sistema veniva attuato tramite dei prestanome. Questo nuovo filone d’inchiesta è il frutto raccolto dagli inquirenti due anni prima, nell’Ottobre del 2015. In quello stesso anno Mario Mantovani finì in carcere. All’arresto seguì il sequestro di una ingente quantità di documenti che contenevano la storia fiscale di Mantovani, descrivendo perfettamente i suoi spostamenti di denaro. Il materiale contabile passò sotto la lente degli investigatori del Nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano.

Dall’esame approfondito delle carte sequestrate allora emerse un meccanismo subdolo, usato per far uscire i soldi dalle tasche delle cooperative e farle entrare in quelle proprie e dei propri familiari. Un simile sistema di connivenza tra il Mantovani e i presidente delle varie cooperative, anch’essi finiti sotto indagine al momento. Questa è l’ipotesi della Procura di Milano che al momento indaga sul caso. I direttori delle Onlus stipulavano contratti d’affitto onerosi a favore della “SPEM srl“. Anche per loro si configura l’accusa di peculato.

Il peculato

Il peculato si configura come la sottrazione illecita di denaro pubblico da parte del personale dei pubblici uffici. Un reato grave penale, regolato dall’articolo 134. La pena prevista per i colpevoli prevede la reclusione dai 4 ai 10 anni e 6 mesi. Nel caso di Mantovani gli amministratori delle Onlus risultano essere a tutti gli effetti gestori di pubblici uffici che offrono un servizio pubblico. Come tali, la sottrazione di denaro pubblico dalle casse delle cooperative configura perfettamente il reato di peculato. Le indagini condotte sulle carte si allargano a quasi 10 anni. Sotto osservazione sono i dati del periodo che vedevano Mantovani come assessore alla sanità in Lombardia. Carica che esercitava in contemporanea alla sua presidenza di fatto nelle sue Onlus: una fitta rete di cooperative ed enti benefici dell’ambiente sanitario. Più volte venne chiamato in causa il conflitto d’interessi, sempre sdegnosamente respinto dai suoi colleghi di partito.