Un’intera comunità si è stretta oggi attorno alla famiglia di Martina Carbonaro, la 14enne brutalmente uccisa dall’ex fidanzato, Alessio Tucci, di 18 anni. Ad Afragola, davanti alla Basilica di Sant’Antonio, una folla composta e commossa ha accompagnato con applausi e palloncini bianchi i funerali della giovane vittima, simbolo di una tragedia che ha scosso l’intero Paese.
Martina Carbonaro, momenti di tensione ai funerali
Una folla numerosa e profondamente commossa ha accolto l’arrivo del feretro di Martina Carbonaro, scortato dai carabinieri in alta uniforme. All’ingresso del carro funebre, un lungo applauso ha attraversato la piazza davanti alla Basilica di Sant’Antonio ad Afragola, mentre il dolore collettivo si trasformava in un momento di silenziosa solidarietà. Tra i presenti si sono levate richieste di giustizia e non sono mancati insulti rivolti ad Alessio Tucci, l’ex fidanzato reo confesso dell’omicidio della giovane.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sul suo profilo Facebook ha definito quella di oggi una giornata di dolore e pietà, sottolineando come la morte di Martina sia stata vissuta come la perdita di una figlia. Ha dichiarato che le modalità atroci del delitto hanno lasciato tutti profondamente sconvolti. Esprimendo solidarietà alla famiglia, De Luca ha auspicato che questa ennesima tragedia possa spingere i giovani a riflettere con la propria coscienza e a scegliere, nel ricordo di Martina, di rifiutare ogni forma di violenza contro le donne.
“Prima di cedere a impulsi di aggressività ricordi ognuno per un attimo l’immagine di una madre o di una sorella, per fermarsi e per essere degni di dirsi ancora uomo”, ha concluso.
Martina Carbonaro, momenti di tensione ai funerali: le parole del cardinale Battaglia
Durante l’inizio della celebrazione, il cardinale Mimmo Battaglia ha sottolineato come quel momento non fosse soltanto una preghiera per Martina, ma con lei. Ha invitato tutti a unirsi al dolore della famiglia e della comunità, affermando che, anche di fronte a una tragedia simile, è possibile rinnovare la propria fede.
“Permettetemi di dire una parola, soprattutto ai ragazzi, di dire la mia preoccupazione soprattutto per quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l’affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide. È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole”.
Poi, il cardinale ha aggiunto:
“Oggi, accanto al dolore, sento il dovere di dire: basta. Basta parole deboli. Basta giustificazioni. E vorrei dire ai ragazzi qui presenti, agli amici di Martina e ai giovani di questa nostra terra: fate in modo che questa morte non sia vana. Trasformate le vostre lacrime in impegno, il vostro dolore in una rabbia pacifica, capace di costruire e rovesciare le sorti di questo nostro sistema violento e malato”.
Battaglia ha manifestato una forte commozione durante il suo intervento, interrompendolo brevemente prima di riprenderlo, mentre i fedeli lo applaudivano con calore. All’uscita dalla chiesa, il feretro bianco è stato salutato da un lungo e sentito applauso.