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Michela Murgia, la dura critica di Sgarbi dopo la sua scomparsa: "Diceva un sacco di mi*****ate"

Michela Murgia Sgarbi

Vittorio Sgarbi ha ricordato Michela Murgia in un post su Facebook, riservando non poche critiche alla scrittrice scomparsa.

A distanza di pochi giorni dalla scomparsa di Michela Murgia, anche il sottosegretario alla cultura e critico d’arte Vittorio Sgarbi, ha ricordato la scrittrice e lo ha fatto scrivendo un post sui social nel quale ha riservato non poche critiche. Il commento del critico è arrivato nella giornata di venerdì 11 agosto a poche ore dal funerale di Murgia che è stato fissato alle 15.30 di sabato 12 agosto alla Chiesa degli Artisti: “Non sono ipocrita”, sono state le parole d’esordio del critico di Vittorio Sgarbi.

Michela Murgia, le critiche di Vittorio Sgarbi sui social

Vittorio Sgarbi è partito da alcune dichiarazioni che Michela Murgia fece a proposito del compianto cantautore Franco Battiato. A tale proposito ha osservato: “Devo dire che della Murgia donna di cultura conservo un pessimo ricordo. Quando, per esempio, disse di Battiato: “Scriveva delle min***ate”. Mi sarei aspettato argomentazioni più profonde invece che una battuta così triviale. Ricordo anche quando, per puro pregiudizio politico e faziosità, trasformò un saluto militare in un saluto romano. O quando, pochi giorni fa, polemizzando con l’amministrazione di Ventimiglia, ha evocato addirittura “il regime fascista”.

“Leggo messaggi che rivelano incoerenza e ipocrisia”

Il sottosegretario alla Cultura ha proseguito attaccando coloro che – a suo dire – avrebbero scritto dei messaggi di circostanza, definendoli un segno di incoerenza e ipocrisia. Ha quindi concluso: “Ma la Murgia credo che appartenesse a quella schiera di mitizzati intellettuali di sinistra a cui tutto è concesso, anche insultare uno dei più grandi autori e compositori della musica italiana con il compiacimento dei moralisti alla bisogna, pronti invece a scagliarsi contro i sovvertitori del politicamente corretto: penso a giornali militanti come “Il Fatto” o “La Repubblica”. Grande rispetto per la sofferenza di questa donna e per la sua morte, ma vedo e leggo messaggi e parole di circostanza che rivelano incoerenza e ipocrisia. Anche la Murgia, quando interveniva nel dibattito politico, diceva un sacco di “minchiate”. Ricordarlo oggi che non c’è più significa renderle onore con franchezza e lealtà”.