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Migranti, 43 annegati in un naufragio nelle acque tunisine: venivano dalla Libia

Nuafragio a largo della Tunisia, almeno 43 i morti

Il naufragio in Tunisia ha visto morire almeno 43 persone: i migranti erano partiti dalla Libia con destinazione l'Italia.

Tragedia al largo della Tunisia, dove almeno 43 migranti sono morti annegati in un naufragio. Altri 84 per fortuna sono stati salvati: così riferisce la Mezzaluna Rossa tunisina secondo quanto riporta la Reuters sul suo sito.

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Migranti, naufragio in Tunisia: 43 i morti 

Sembra che l’imbarcazione fosse partita da Zuwara, sulla costa nord-occidentale della Libia e stesse attraversando il Mediterraneo dalla Libia per arrivare in Italia. A bordo della nave c’erano migranti provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh. 

Migranti, naufragio in Tunisia: l’appello di MSF

A seguito del tragico avvenimento, arriva l’appello su Twitter di Medici Senza Frontiere, organizzazione internazionale fondata nel 1971 a Parigi, il cui obiettivo è quello di offrire assistenza medica dove c’è più bisogno:

“Mentre i controlli a bordo rappresentano delle procedure marittime legittime, volte ad assicurare la sicurezza della navigazione in mare, queste ispezioni vengono strumentalizzate da parte delle autorità italiane per colpire le navi umanitarie delle Ong in modo indiscriminato”.

Queste dichiarazioni arrivano dopo il fermo amministrativo scattato per la Geo Barents, che proprio ieri da parte delle autorità italiane è stata sottoposta a 14 ore di ispezione.

Migranti, naufragio in Tunisia: solo pochi giorni fa altri deceduti a Lampedusa

Msf si è anche soffermata sulla tematica delle troppe morti dei migranti, parlando anche del naufragio di Lampedusa, verificatosi poichissimi giorni fa: in quell’occasione l’imbarcazione si è rovesciat. Nove sarebbero i dispersi e secondo i superstiti cinque di loro sarebbero bambini. I soccorritori sono riusciti a salvare 46 superstiti, tuttavia per sette migranti non c’è invece stato nulla da fare.

“Nei primi sei mesi del 2021 almeno 721 persone hanno perso la loro vita con un incremento tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2020. A Lampedusa i corpi delle vittime dell’ultimo naufragio sono un terribile promemoria della negligenza degli Stati Ue. Siamo di fronte a un’evidente realtà: mentre le navi umanitarie delle Ong sono bloccate, molte persone continuano a morire nel Mediterraneo. Faremo tutto ciò che è necessario per tornare in mare, per riprendere le nostre attività salvavita il prima possibile, perché le navi umanitarie sono fondamentali per colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni”

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