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Mitologia: Gli Oni, i demoni giapponesi

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Gli Oni, sono popolari figure del folklore giapponese. Sono creature feroci e demoniache popolari nell'arte, letteratura e teatro.

Gli Oni sono popolari figure del folklore giapponese. Creature feroci e demoniache, in italiano prendono il nome di demoni o anche di orchi. Incarnano le forze della natura e sono famosi nell’arte, letteratura e teatro.

Prima erano considerati benevoli e protettori contro la sfortuna ora vengono invece visti come guardiani dell’inferno, portatori di calamità naturali.

Rappresentazione degli Oni

L’Oni selvaggio di solito è indicato come una grande creatura con artigli, corna di varie lunghezze e corpo con caratteristiche umane. Gli Oni sono spesso raffigurati in colorazioni rosse o blu. Talvolta presentano degli occhi supplementari o più piedi o dita delle mani. Qualità che sottolineano la loro anormalità.

Gli Oni, in molte delle loro rappresentazioni, indossano pelli di tigre e sono in possesso di clave. Questo legame tra l’Oni e la clava ha fatto sorgere il detto “un oni con la mazza ferrata“, per rappresentare l’idea d’ imbattibilità. Questa espressione indica anche qualcuno già abbastanza potente da solo, che sceglie di utilizzare uno strumento per impressionare gli altri.

La loro pelle di tigre, viene fatta riferire alla moderna cultura pop. Ad esempio la la protagonista femminile di “Urutsei Yatsura”, cartone animato Nana trasmesso in Italia negli anni 90′, è descritta come un “alieno oni” che sfoggia un bikini a stampa tigrato.

Versioni dei miti

La visione corrente di un Oni sembra basarsi su due versioni del mito. Una è legata a quando il concetto di forme amorfe come i fantasmi fu confuso con miti di creature bestiali nel Buddismo. Qui l’aka-oni (l’oni rosso) e l’ ao-oni (l’oni blu) tormentano i peccatori facendone i guardiani dell‘inferno o torturatori delle anime dannate.

L’altra origine si sviluppa dalla convinzione che un bue e una tigre arrivarono da nord-est, dalla porta dei demoni da cui proviene tutto il male del mondo.

L’ associazione degli Oni con il male contagiò il modo in cui venivano viste queste creature e si considerarono portatori di calamità.

Gli Oni ora svolgono un ruolo importante nella primavera giapponese e nella festa d’inizio anno, il Setsubun. Qui le persone indossano maschere da orchi e sono simbolicamente cacciati. Rappresentano guai e danni che si devono mandare via per la buona riuscita dell’ anno entrante.

I celebranti gettano semi di soia fuori dalle finestre e dicono la formula “demoni fuori, felicità dentro“. La soia infatti spaventa gli Oni e li lascia fuori dalla casa.

Visione moderna

L’ immagine terribile degli Oni sembra essersi ammorbidita nella vita giapponese moderna. Le immagini dei demoni ora funzionano quasi solo come intrattenimento. Il loro volto ringhioso spaventa le persone che entrano nell’ edificio con cattive intenzioni. I tetti sono ancora contrassegnati con l’ “onigawara,” tegole dipinte con i visi degli Oni per proteggere la casa dalla sfortuna. La gente, vestita con costumi Oni, fa delle vere e proprie sfilate per allontanare in questo modo la sfortuna.