Ci sono novità nella indagini per la morte avvenuta a Milano questa estate della piccola Diana Pifferi: nello stomaco non ci sarebbero brandelli di lenzuolo, ma di pannolino. Continua il deposito delle relazioni per l’incidente probatorio sul crimine della madre, Alessia Pifferi, detenuta in carcere con terribili ipotesi di reato a suo carico.
Nello stomaco di Diana brandelli di pannolino
Il prossimo 30 gennaio quel continuo deposito di consulenze avrà fine e l’istanza della difesa di Alessia Pifferi, la madre della piccola Diana, lasciata morire a 18 mesi sola in casa sarà esaurita. Il gip ha respinto alcuni accertamenti finali su due tazzine da caffè trovate nella cucina, per la toga Fabrizio Filice sono “accertamenti inutili e dispersivi”.
La procura pronta a chiedere il giudizio immediato
Di diverso avviso la difesa che vorrebbe provare la presenza in casa di terzi nelle ore precedenti alla morte di Diana. Il sostituto Francesco De Tommasi ha fatto sapere che dopo l’incidente probatorio chiederà il “giudizio immediato con l’accusa di omicidio pluriaggravato”. Ed in queste ore emergono anche ulteriori dettagli sulla morte della bambina. Il reperto autoptico già depositato spiega che Diana è morta di sete nel caldo del monolocale di via Parea con “le finestre chiuse e senza aria condizionata”. E nello stomaco la piccola non aveva brandelli di cuscino, ma di pannolino, lo stesso poi trovato accanto al corpo dagli inquirenti.