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Guerra Russia-Ucraina, gli effetti della morte di Prigozhin sulla controffensiva ucraina

Prigozhin Yevgeny

Fatalità, vendetta o messinscena? Sono queste le tre ipotesi che il generale Luigi Chiapperini avanza ai microfoni di Fanpage.it sulla morte del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin: la tesi di ciascuna nel dettaglio

«Un errore delle forze russe a difesa di Mosca oppure un assassinio per vendetta o per regolamento di conti». Sono questi i tre possibili motivi alla base della morte di Yevgeny Prigozhin secondo il generale Luigi Chiapperini.

Gli effetti della morte di Prigozhin sulla controffensiva ucraina

«Sicuramente l’incidente avrà scosso anche il morale dei combattenti russi al fronte, già non altissimo. Gli ucraini, almeno sino alla prossima stagione del fango, non si fermeranno, anzi intensificheranno il proprio sforzo offensivo». Pianificatore nel comando Kosovo Force della Nato e comandante dei contingenti nazionali Nato in Kosovo nel 2001 e Onu in Libano nel 2006, membro del Centro Studi dell’Esercito Chiapperini ha sviluppato ai microfoni di Fanpage.it una capillare riflessione su cause e conseguenze della morte del capo della Wagner. Il tutto, senza escludere una tragica casualità.

D. Tutto il mondo, a cominciare dal presidente Usa Biden, punta il dito contro Putin rispetto all’incidente aereo in cui è rimasto ucciso il leader della Wagner, Prigozhin. Anche secondo lei si è trattato di una vendetta?

Chiapperini: «È possibile. Come sappiamo, gli aerei su cui viaggiavano i wagneriti erano due, diretti da Mosca a San Pietroburgo: uno schiantatosi al suolo, l’altro atterrato a Mosca. Lo schianto del primo aereo può essere stato causato da un guasto (eventualmente anche procurato), dall’esplosione di un missile contraereo (con un lancio fatto per errore o su ordine quindi deliberatamente) oppure da un ordigno a bordo. Le ipotesi che mi sento di fare sul motivo per il quale sia morto sono tre: un errore delle forze russe a difesa della capitale oppure un assassinio per vendetta o per regolamento di conti. Partiamo dalla prima ipotesi: l’errore umano. In tal caso i russi, non solo i decisori ma anche e soprattutto i cittadini, dovrebbero preoccuparsi molto. Abbattere per errore un aereo civile è da principianti o quanto meno da sprovveduti. È sintomo di grande inefficienza. Vero è che serpeggia parecchio nervosismo a seguito dei ripetuti attacchi alla capitale con droni ma gli aerei della Wagner erano partiti da Mosca in direzione San Pietroburgo, quindi in direzione opposta a quella delle rotte di attacco ucraini. Invece, nel caso in cui l’aereo sia stato deliberatamente colpito dalla contraerea o danneggiato dallo scoppio di un ordigno posizionato all’interno, allora vanno esaminate le altre due ipotesi che si riferiscono a un assassinio vero e proprio. Biden ha detto che nulla accade in Russia che non sia a conoscenza di Putin. Non sappiamo se ciò corrisponda a verità. Fatto sta che, proprio nell’anniversario del fallito golpe, la Wagner è rimasta decapitata. Si potrebbe trattare di vendetta, quindi, allo scopo di educare – si fa per dire – a non intralciare il lavoro dell’élite. Oppure, e siamo alla terza ipotesi, regolamento di conti con il fine ultimo di acquisire sempre più forza tra i tanti attori che operano nella nebbia moscovita. Pur essendo stata messa un po’ da parte, la Wagner costituiva, e ancora costituisce, una leva utile a chiunque intenda guadagnare posizioni nella graduatoria del potere russo. Un vertice che ha ricevuto parecchi scossoni dall’inizio del conflitto: generali e ammiragli avvicendati bruscamente, il Ministro della Difesa Shoigu sempre meno visibile, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Gerasimov, che è l’artefice delle posizioni di resistenza che stanno parzialmente reggendo all’urto degli ucraini, messo molto probabilmente fuori gioco. L’eliminazione dei capi e la necessaria loro sostituzione potrebbero dare ai futuri suoi proprietari della Wagner, se ancora esisterà con struttura e nome attuali, la spinta necessaria a raggiungere la cerchia più vicina a Putin che si avvarrebbe così di una compagnia di mercenari finalmente completamente redenta e fedele. Bisognerà peraltro vedere quale sarà la reazione proprio della base dei wagneriti: la perdita dei loro capi ed amici potrebbe invece averli resi ancora più scontenti e quindi particolarmente ostili nei riguardi dell’attuale oligarchia russa. Aggiungerei però una ipotesi che circola in queste ore, che personalmente ritengo però la meno probabile: una macabra messinscena di Prigozhin per mettersi in salvo e sparire definitivamente. Secondo questa versione dei fatti, il wagnerita avrebbe fatto precipitare l’aereo con a bordo un suo sosia per guadagnare tempo e fuggire in qualche parte del mondo con nuove sembianze grazie a una plastica facciale. Difficile ipotizzare una fine del genere, plausibile solo se fosse coinvolta una pletora di funzionari russi corrotti e senza timore dell’attuale vertice politico. Inoltre, avrebbe ammazzato ben dieci persone – tra l’altro alcune delle quali a lui molto vicine – per coprire una fuga molto complessa e dall’esito finale incerto. Insomma, non escludo nulla ma lo ritengo uno scenario da film holliwoodiano. Ripeto, difficile ipotizzare questo scenario, almeno al momento».