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Gruppo Wagner, il futuro dei mercenari dopo la morte di Prigozhin

Yevgeny Prigozhin con alcuni operatori Wagner

Potrebbe essere la fine delle operazioni in Africa o le stesse potrebbero passare sotto il controllo di Mosca: all'orizzonte del gruppo Wagner dopo la morte del suo leader e fondatore

«Cuoco di Putin» e burattinaio – tutt’altro che nell’ombra – di un gruppo di soldati mercenari che si stima abbia raggiunto fino a cinquantamila unità.

Dopo la morte del leader e fondatore Yevgeny Prigozhin a bordo dell’aereo precipitato nella regione di Tver in Russia, è lecito porsi degli interrogativi sulle sorti dei suoi fedelissimi della Wagner. Gli stessi che gli sono rimasti accanto dopo l’insurrezione (fallita) contro il Cremlino dello scorso 24 giugno.

In molti hanno cercato di lasciare la Bielorussia nelle ultime ore

Tra coloro che tentano di ipotizzare sul futuro prossimo della compagnia militare c’è il Corriere della Sera, che si sofferma su un’indicazione proveniente dalla Libia, dove i mercenari russi operano (almeno) dal 2016 in sostegno al regime autonomo del generale Khalifa Haftar a Bengasi in contrapposizione a quello di Tripoli. Poche ore prima dello schianto aereo, nella giornata di mercoledì 23 agosto è arrivato a Bengasi il viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkorov: potrebbero essere gli ufficiali del ministero della Difesa di Mosca a determinare d’ora in poi le strategie in Libia e Siria. Diversa è l’analisi di Repubblica che, a partire dalla notizia del ritiro di (altri) soldati dalla Bielorussia – destinata a diventare sempre più marginale –, dipinge un gruppo militare allo sbando, condannato oramai al collasso. Secondo il quotidiano, la morte del leader potrebbe determinare la fine delle operazioni dei mercenari in Africa che, senza più indicazioni, potrebbero finire per farsi assorbire da nuovi gruppi. D’altronde, lo stesso Prigozhin aveva puntualizzato sul fatto che la Bielorussia – che ospitava la Wagner in almeno due caserme, rimaste peraltro senza internet nella serata di mercoledì 23 – fosse per il gruppo solo una tappa temporanea.

Ma perché Prigozhin era su quell’aereo?

A spiegarlo è sempre Repubblica. Stando a quanto si apprende su Telegram, il comandante mercenario aveva fretta di tornare in Russia per bloccare il piano del vice dei servizi militari Andrey Averyanov, proveniente dall’Unità 29155 (per la destabilizzazione dei Paesi europei) e intenzionato a sostituire la Wagner nel continente africano con una brigata di ventimila uomini nuova di zecca. Tutto torna, eccetto Prigozhin.