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Morto Andrea Chiarotti, campione di hockey su ghiaccio

andrea chiarotti

Il capitano della nazionale paralimpica è mancato a 51 anni. Cordoglio da parte del mondo dello sport.

Il mondo dello sport paralimpico, e non solo, piange Andrea Chiarotti. ‘Ciaz’, com’era soprannominato, si è spento a cinquantun anni a Torre Pellice, in provincia di Torino, per un male incurabile al fegato. E’ stato capitano della Nazionale Para Ice Hockey. La Federazione Sport del Ghiaccio ha dato notizia della sua morte. Il gruppo, in una nota ufficiale, “piange un grande uomo e un grande sportivo e si stringe intorno alla sua famiglia in questo momento di dolore”. I funerali si sono svolti sabato 9 maggio al Palaghiaccio di Torre Pellice.

La carriera da giocatore e capitano

Andrea Chiarotti, nato a Torino nel dicembre del 1966, si è avvicinato sin da giovanissimo all’hockey su ghiaccio, una passione che lo porta all’esordio con la squadra del Valpe a sedici anni (1982). La carriera è estremamente promettente ma, nel 1990, è vittima di un incidente stradale che cambia la sua vita. A causa di un sinistro in moto, Chiarotti perde la gamba destra. Nel 1994 inizia ad allenare, prima come tecnico delle giovanili e poi in A2 con il Valpellice. La passione per lo sport che ha praticato per anni vince l’infermità. E’ stato capitano della Nazionale Para Ice Hockey per dieci anni; con questo ruolo, insieme a tutti gli altri componenti della squadra, vince il titolo europeo nel 2010 e si classifica al secondo posto nel 2016, diventando vicecampione continentale. Partecipa inoltre a tre edizioni della Paralimpiadi: a Torino nel 2006, a Vancouver nel 2010 e a Sochi nel 2014, quando è anche portabandiera. Nel 2017 smette di giocare e diventa team leader italiano presso i Giochi Paralimpici di Pyeongchang del 2018.

I ricordi e il cordoglio

Pietro Nicolodi, telecronista sportivo, ha condiviso il suo ricordo di Andrea Chiarotti con Sky Sport. “Se non ci fosse stato lui forse non avremmo mai avuto una squadra di para hockey in grado di arrivare al quarto posto a Pyeongchang. E’ stato letteralmente uno dei fondatori di questo sport nel nostro Paese- racconta Nicolodi- lo ha aiutato a crescere sin dalle fondamenta, fino a diventare il capitano e la bandiera della nazionale”. Il cronista afferma che gli inizi non erano stati facili: “La prima volta che lo vidi giocare al preliminare 2005 era il leader di una squadra con tanta buona volontà e con mezzi tecnici e tattici limitati. Ma già cinque anni dopo era tutta un’altra storia”. La metamorfosi è evidente durante le Paralimpiadi in Canada, a Vancouver. Pietro Nicolodi è presente per commentare il match tra italiani e canadesi, vinto da quest’ultimi, ma con la squadra azzurra che dimostra grande capacità tecnica. La Federazione Italiana Sport del Ghiaccio ha scritto in una nota: “Il ricordo di Andrea, ‘Ciaz’ per tutti noi, resterà sempre vivo, così come il suo impegno, il suo coraggio, la sua dedizione e la sua allegria, in tutte le persone che, lungo il loro cammino, hanno avuto la fortuna di incontrarlo e conoscerlo”. Andrea Gios, presidente della Fisg, afferma che “se ne va un campione e, prima ancora, uno sportivo vero, che ha vissuto le nostre discipline con amore e passione in ogni istante. Non lo dimenticheremo mai”.