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Non scandalizziamoci per i Renatino di uno spot, ma per quelli reali

spot parmigiano reggiano

Il problema non è lo spot del Parmigiano Reggiano (che è pessimo) ma sono i Renatini che affollano l’Italia tutti i giorni.

Il totalitarismo aziendale ha una caratteristica antica, comune a tutti i totalitarismi: gli schiavai non basta che accettino di essere schiavi, devono essere anche felici e sorridenti perché “il nostro piangere da male al re”.

Per questo lo sfortunato spot di Parmigiano Reggiano rimane in trend su tutti i social per il fastidio che provoca, con la rappresentazione del lavoratore (chiamato Renatino, con un puccioso diminutivo che dovrebbe renderlo simpatico e invece lo fa risultare ancora più tristemente caricaturale) che è ben felice di lavorare tutto il giorno tutti i giorni, 365 giorni all’anno, che confessa di non avere mai visto “il mare” e “Parigi” (perché la curiosità evidentemente è un freno alla produttività) mentre viene osservato come un animale da circo ricchi ragazzi privilegiati che si tolgono lo sfizio di fare una gita nei piani più bassi del mondo del lavoro come se affrontassero un safari alla ricerca di emozioni forti.

Che Aleksej Stachanov ritorni di moda 90 anni dopo in un’epoca in cui per meritarsi uno straccio di lavoro bisogna essere campioni di tonnellate estratte in un turno di lavoro è nell’aria ben prima dello spot del Parmigiano Reggiano, in un Paese in cui la fatica allo stremo è diventata elemento determinante per non essere considerati sfaticati e in cui la ripresa economica dell’intera nazione sembra pesare sulle spalle dei lavoratori a cui viene chiesto di lavorare di più, per meno soldi, con meno tutele e in nome di un patriottico spirito di ricostruzione.

Se il “prodotto” non funziona, dice la prosopopea di un certo capitalismo tornato in forma, significa che c’è troppo poco amore per il prodotto da parte dei lavoratori, è “l’amore” non è nient’altro che la disponibilità a normalizzare situazioni che sarebbero state chiamate sfruttamento fino a non molto tempo fa.

Il problema non è lo spot del Parmigiano Reggiano (che è un pessimo spot) ma sono i Renatini che affollano l’Italia tutti i giorni: sono gli stressati che si trascinano dalla stazione verso casa senza avere nemmeno il tempo di togliersi la divisa di lavoro per più di qualche ora, sono quelli che senza averne più l’età si aggrappano ai ponteggi, sono coloro che tornano a casa e di colpo si accorgono di quanto siano cresciuti i propri figli, sono quelli che non hanno un orizzonte più lungo di qualche contratto precario e vengono accusati di non voler mettere su famiglia, sono gli stessi a cui ridono in faccia quando osano chiedere un mutuo con una busta paga che sembra una mancia, sono quelli che si adattano a fare mestieri nonostante una laurea accusati di essere “troppo qualificati” dagli stessi che poi piangono per la fuga di lavori all’estero, sono quelli che non riescono togliersi nemmeno uno sfizio (altro che Parigi) perché hanno uno stipendio che gli permette al massimo di navigare a vista fino alla fine del mese (sperando che non capiti un incidente qualsiasi), sono quelli che vengono licenziati e poi riassunti di fronte allo stesso macchinario a compiere lo stesso lavoro ma con un contratto incredibilmente peggiore e riempiono le statistiche dei “nuovi posti di lavoro”, sono quelli che hanno intorno una società che oltre a impoverirli spesso sotto la soglia di dignità li accusa anche di non essere all’altezza e di meritarsi la propria miseria.

Qualcuno dice che quello spot sia solo una “rappresentazione cinematografica”. Va bene, ci stiamo, e allora a che genere di rappresentazione appartengono i “giovani che non hanno voglia di lavorare” che abbiamo letto un po’ dappertutto in una narrazione smentita dai dati? Che tipo di rappresentazione è quella che qualche mese fa celebrava i rider quasi milionari che poi si sono rivelati falsi? Che nome ha la rappresentazione (e la criminalizzazione) dei percettori di reddito di cittadinanza indicati come indolenti anche se i numeri dicono il contrario? E quindi è una rappresentazione anche il giogo confindustriale che vuole un’Italia poco competitiva perché non in grado di allevare schiavi restando nella legge?

Ci sono Renatini dappertutto eppure solo quello del Parmigiano Reggiano riesce a innescare una rivolta così vasta. Perché? Questa sarebbe una bella domanda.