> > Rilevate radiazioni di origine sconosciuta in Norvegia, cosa sappiamo

Rilevate radiazioni di origine sconosciuta in Norvegia, cosa sappiamo

Norvegia: rilevate radiazioni di origine sconosciuta, cosa accade

Le concentrazioni valutate non comportano alcun rischio né per l'uomo né per l'ambiente, ma per il momento non si sa ancora da dove provengono

È stata rilevata la presenza di iodio-131 radioattivo a Tromsø, in Norvegia, ma l’Autorità norvegese per le radiazioni e la sicurezza nucleare (DSA) ha rassicurato che i livelli misurati non costituiscono una minaccia né per la salute umana né per l’ambiente circostante. Questa rassicurazione è stata comunicata attraverso The Barents Observer.

Norvegia, incidente nucleare?

Al momento, l’origine di questo isotopo in quell’area rimane un mistero. La DSA ha suggerito che è improbabile che sia il risultato di un incidente in un reattore nucleare, poiché tali eventi tendono a causare il rilascio di una gamma più ampia di isotopi, tra cui lo stronzio-90 e il cesio-137.

Le misurazioni di fine marzo

Durante la settimana dal 21 al 26 marzo, nel laboratorio High North di Tromsø, in Norvegia, sono state condotte misurazioni riguardanti la presenza di radioattività. Copenaghen ha distribuito varie stazioni di monitoraggio continuo della radioattività in tutto il Paese, permettendo così di rilevare la presenza di sostanze radioattive nell’aria sopra la Nazione scandinava. Secondo l’autorità per la sicurezza nucleare, tali concentrazioni rilevate non rappresentano un pericolo per la salute umana né per l’ambiente. Tuttavia, il dubbio resta sul fatto che l’origine di questi livelli di radioattività non sia ancora stata individuata.

Cos’è lo iodio-131 radioattivo

Lo iodio radioattivo, conosciuto come I-131, è un isotopo caratterizzato da una breve emivita di otto giorni, ciò suggerisce che la sua radioattività si riduce del 50% entro otto giorni. Questo significa che il rilascio di I-131 sia avvenuto di recente e che si prevede che diminuirà completamente entro pochi mesi.

Sebbene l’I-131 sia comunemente associato ai reattori nucleari, è importante notare che viene anche utilizzato in medicina nucleare, sia a fini diagnostici che terapeutici, soprattutto nel trattamento di disturbi della tiroide. Tuttavia, se rilasciato nell’ambiente in quantità significative, può costituire un rischio per la salute pubblica.