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Omicidio Noemi, il fidanzato si confessa: 'Se mi ammazzavo io era meglio, avrei evitato questo casino'

Noemi

Il fidanzato assassino di Noemi Durini è in stato confusionale. Alterna momenti di depressione ad altri di agitazioni e dice: "Era meglio se mi ammazzavo".

L’assassino in stato confusionale

Il fidanzato assassino di Noemi Durini comincia a rendersi conto di quello che ha fatto. Anche se comunque in maniera discutibile. Il ragazzo di 17 anni ha ormai ammesso l’assassinio, e, uscito dall’interrogatorio, aveva avuto un atteggiamento alquanto fuori posto. Adesso il ragazzo è rinchiuso in una struttura protetta in stato di fermo su disposizione della Procura per i minorenni. Alterna stati di depressione ad agitazione.

“Potevo uccidermi io”

“Ho sbagliato, potevo uccidermi io e avrei evitato questo casino”, dice disperato l’assassino. Non sarebbe stata la giusta soluzione, nessuno sarebbe dovuto morire.

Il giovane si trova in una struttura protetta e per il suo stato psico-fisico c’è apprensione da parte dei responsabili. in cui è stato rinchiuso. La direttrice della struttura – a quanto si apprende – avrebbe espresso la sua preoccupazione. Si cerca di fare in modo che non trapeli alcun particolare sul clamore mediatico prodotto dal delitto. Il giovane è in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo da parte del giudice.

La difesa del padre indagato

Intanto il padre del fidanzato e killer di Noemi racconta il momento in cui il figlio gli ha confessato l’omicidio: “Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. Lucio mi ha detto dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo di Noemi e mi ha comunicato anche la sua decisione di volersi costituire ai carabinieri. Io gli ho risposto: ‘Se hai le palle ci devi andare da solo’”, cosa che il minorenne effettivamente ha fatto il 13 settembre. É quanto avrebbe detto il padre ad alcuni famigliari, commentando le indagini contro di lui per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Nella trasmissione Chi l’ha visto, l’uomo affermava con forza l’innocenza del figlio.

Noemi

Le denunce delle famiglie

La vicenda si fa sempre più complicata. La famiglia di Noemi aveva già denunciato alle autorità la violenza del giovane non ancora assassino. Tuttavia, anche la famiglia del fidanzato aveva denunciato la ragazza, accusandola di atti persecutori. La denuncia, secondo quanto si apprende, sarebbe stata fatta alcuni mesi fa e 15-20 giorni dopo quella presentata invece dalla madre di Noemi.

Imma Durini nella denuncia accusava il ragazzo di lesioni nei confronti della povera Noemi. Il referto medico allegato parla di una prognosi di 2-3 giorni per un colpo al volto, probabilmente uno schiaffo. Questa tragedia poteva essere evitata?

Verifiche sull’operato della Procura e delle autorità

Intanto il Consiglio superiore della magistratura promette verifiche per stabilire se ci siano stati problemi e omissioni da parte delle autorità e della Procura.

A confermare ciò è il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, che il 14 settembre è a Bari dove si tiene una riunione straordinaria della Sesta Commissione del Csm e un incontro con i magistrati del distretto dopo la strage mafiosa di Foggia: “Non possiamo fornire, allo stato, una risposta a questa terribile domanda – risponde a chi gli chiede se la tragedia poteva essere evitata -. La prima commissione consiliare del Csm ha espressamente chiesto al comitato di presidenza di aprire un’attività di accertamento su questa vicenda. Il Comitato si riunirà martedì mattina, esaminerà questa richiesta e lo farà alla luce dei fatti che sono noti, cioè di un appello accorato della mamma della povera ragazza barbaramente uccisa, per verificare se ci sono stati problemi, omissioni oppure no. Eviterei adesso di anticipare o affrettare il giudizio di qualsivoglia genere. Ciò che è certo è che ce ne occuperemo”.