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Ancora guai per la ministra Santanchè, la Corte dei conti indaga su Open to Meraviglia

open to meraviglia

Il flop della campagna Open to Meraviglia è stato subito evidente: dopo il fallimento, la Santanchè deve ora rispondere alla Corte dei conti.

Ancora guai per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che deve rispondere alla Corte dei conti, decisa a mettere in luce i coni d’ombra che accompagnano la campagna Open to Meraviglia. Dopo il lancio – estremamente discusso e contestato – del progetto, la Venere influencer è sparita dai social alla fine di giugno, destando sospetti.

Open to Meraviglia, la Corte dei conti indaga sulla Venere influencer

È un periodo nero per la ministra del Turismo Daniela Santanchè che, dopo Visibilia Editore, ora deve fare i conti con una nuova grana. Secondo quanto scritto da Repubblica, infatti, la Corte dei conti ha deciso di fare chiarezza sulla campagna Open to Meraviglia. La Venere influencer che avrebbe dovuto “vendere” l’Italia ai turisti spronandoli a trascorrere le vacanze nel Paese è sparita dai radar lo scorso 27 giugno, prendendosi un lungo periodo di ferie dal lavoro che avrebbe dovuto svolgere e per il quale era stata concepita. La procura, quindi, ha deciso di aprire un fascicolo per capire per quale motivo il progetto pagato con soldi pubblici si sia improvvisamente arenato. Il procuratore regionale per il Lazio Pio Silvestri ha avviato un’istruttoria e, nel prossimo futuro, verranno chieste delucidazioni proprio alla ministra meloniana mentre sullo sfondo dell’intera vicenda spunta l’ipotesi del danno erariale.

Presto, quindi, la Santanchè dovrà districarsi non solo nel caos delle inchieste su Visibilia che la vedono coinvolta come imprenditrice ma dovrà anche rispondere agli interrogativi dei magistrati contabili che metteranno in discussione il suo operato da ministra.

Le polemiche, i meme, le gaffe e il denaro pubblico

La Venere influencer, ideata per incentivare il turismo in Italia, è stata presentata prima dell’inizio dell’estate. La campagna Open to Meraviglia, presentata lo scorso aprile, è subito finita nel mirino delle polemiche per le clamorose gaffe che accompagnano il progetto e divenuta spunto per decine e decine di meme a causa di diverse scelte grafiche e concettuali considerate grossolane e non al passo con i tempi. A far discutere è stata in primis la decisione di scegliere la dea dipinta ne La nascita di Venere da Sandro Botticelli come testimonial e di snaturarla ritraendola in alcuni dei luoghi più famosi e visitati d’Italia mentre compie azioni tipiche attribuite alla popolazione italiana. A fomentare le critiche e gli sfottò, poi, gli errori macroscopici commessi durante l’elaborazione del progetto come, ad esempio, i frame del video di accompagnamento (di una cantina slovena) comprati da una piattaforma stock, le foto a bassa risoluzione scaricate da WhatsApp e diffuse senza essere rinominate, le immagini della Venere prese da cataloghi gratuiti sul web o, ancora, le traduzioni maccheroniche proposte. Il tutto ha conferito al progetto risvolti (tragi)comici, decretandone inevitabilmente il flop.

Nonostante le critiche, la Venere influencer ha continuato a svolgere il suo lavoro fino all’ultimo post condiviso sul profilo Instagram della campagna del 27 giugno, che vede la testimonial in posa a Taormina. Da allora, le attività sui social network legate all’iniziativa hanno subito una battuta d’arresto. Se su Instagram esiste ancora la pagina del progetto, non si può dire lo stesso per i profili Twitter, Facebook e TikTok. Al contempo, il video di presentazione della campagna è stato rimosso da YouTube. Il motivo? Non è chiaro. È cosa certa, però, che il video che lanciava la Venere in Jeans è costato allo Stato 138mila euro, appena 2mila euro sotto la soglia che avrebbe fatto scattare l’obbligo europeo della gara pubblica. Sulla vicenda, Il Fatto Quotidiano ha poi rivelato che, tramite una delibera di Palazzo Chigi, la realizzazione dello spot venne affidato direttamente all’agenzia di comunicazione Armando Testa.

Open to Meraviglia: la nuova operazione del ministero del Turismo

Per quanto riguarda il progetto, costato allo Stato 9 milioni di euro, oltre a quella che avrebbe dovuto essere una massiccia pubblicità virtuale, erano previsti anche diversi altri impieghi della testimonial presa in prestito da Botticelli come cartellonistica da allestire negli aeroporti di varie città del mondo. A fronte del silenzio social, si sa che la cartellonistica sulla Venere influencer ha effettivamente fatto la sua apparizione in alcuni aeroporti situati al di fuori dell’Italia. Lo scorso 22 agosto, invece, sul profilo YouTube del ministero del Turismo, è stato postato uno spot – scarsamente visualizzato – realizzato in collaborazione con la Federazione italiana pallavolo in cui le atlete della nazionale posavano con la Venere sulle magliette. Il video, però, non è stato ricondiviso sull’account ufficiale della campagna Open to Meraviglia.

Stando a quanto riferito da Repubblica, Santanché avrebbe rivelato al quotidiano che la sparizione della Venere influencer è, in realtà, una “scelta ponderata” per “far atterrare la campagna sul portale italia.it”, lo stesso su cui sono apparse le traduzioni maccheroniche e le immagini a bassa risoluzione scaricate da WhatsApp.

A metà agosto, invece, Fanpage.it ha contattato il Ministero del Turismo facendo appunto domande sul dispendioso progetto. Il dicastero ha asserito che la campagna è tutt’ora attiva così come il contratto con l’agenzia di comunicazione Armando Testa che la gestisce. Pare, quindi, che non resti altro da fare che attendere e scoprire se la Venere influencer “tornerà protagonista” davvero, come affermato dal ministero, e soprattutto quale sarà l’esito delle verifiche avviate dalla Corte dei conti.