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Paga 11mila euro per far lavorare il figlio al Quirinale, ma scopre che si tratta di una truffa

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Sperava di far lavorare il figlio al Quirinale ma chi gli aveva garantito questa possibilità in realtà non aveva contatti con i funzionari del Colle

Il capo del settore autorimessa della Presidenza aveva garantito l’assunzione al figlio di un imprenditore agricolo millantando contatti con un funzionario del Colle che in realtà non ha mai avuto: infatti il posto di lavoro non è arrivato.

Disposto a tutto per far lavorare il figlio al Quirinale

In cambio di 11mila e 500 euro, il capo del settore autorimessa della presidenza della Repubblica, Marco Calabrese, ha garantito l’assunzione del figlio al Quirinale a un imprenditore agricolo già per 30 anni al servizio della sicurezza del Papa. È quanto riporta oggi il Corriere della Sera in relazione al reato contestato al sessantenne, quello di millantato credito.

Nessun contatto con i funzionari del Colle

L’uomo infatti, come hanno accertato le indagini,  non aveva nessun contatto con i funzionari del Colle come aveva millantato, tanto che l’assunzione non è mai arrivata.

Da quanto ricostruisce il Corriere della Sera, dopo i primi mille euro, le somme versate nella truffa sono seguite nel tempo: 3.500 euro, 2.500 euro per due volte di seguito e, infine, il 30 giugno del 2017 l’ultimo versamento da 2mila euro. 

La denuncia nasce da una confessione

La questione è venuta fuori quando il cappellano militare al Quirinale nel 2019 aveva raccolto lo sfogo ex ispettore “furibondo per aver consegnato a Calabrese 11mila euro senza avere visto il minimo risultato” spiega il Corriere.

Monsignor Siddi, a quel punto, ha consegnato al reparto reggimento corazzieri dei carabinieri lo sfogo dell’uomo riassunto in un documento. Così ha preso il via l’inchiesta del procuratore aggiunto, adesso approdata in aula.