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Patrick Zaki: “Sto bene, nel processo rischio molto”

L'intervento di Zaki al Wired Next Fest

Affrontando in video con la kermesse di Firenze il tema dello Stato di Diritto Patrick Zaki ha confessato: “Sto bene ma nel processo rischio molto”

Patrik Zaki a metà fra serenità del presente e preoccupazione per l’immediato futuro: “Sto bene, nel processo rischio molto”. Lo studente dell’università di Bologna imputato in Egitto lo ha detto in collegamento con il Wired Next Festival di Firenze nel corso del quale ha tirato le somme sui grandi temi etici che gli sono costati una carcerazione peventiva clamorosamente ostile di 22 mesi nel suo paese. Ha detto Zaki in video con il WNF: “Sto bene, il 21 giugno ci sarà la prossima udienza. Il procedimento è iniziato a settembre, mi sono trovato in tribunale per aver scritto un articolo sulla situazione della minoranza cristiana copta in Egitto”. In buona sostanza Zaki è finito sotto indagine e oggetto di misure di cautela “perché ho parlato della minoranza religiosa, adesso rischio molto, perché la mia è una questione di libertà di parola”.

Il timore di Zaki: “Nel processo rischio molto”

Ma quale era il tema con cui al Wired Next Fest Parick Zaki ha argomentato? Quello dello ‘Stato di diritto’. E Patrik si è detto “davvero sorpreso di quello che è accaduto negli ultimi anni, di tutto il supporto che ho avuto, sono grato di far parte della grande famiglia italiana. Sono stato fortunato per aver studiato a Bologna perché ho sentito il supporto fin dal primo momento, o l’ho sentito tramite i social. Bisogna fare molto di più perché c’è tanta sensibilizzazione ancora da fare. Ci sono ancora tante persone che sono detenute e dobbiamo parlare anche di loro”.

Il ruolo dei social nella guerra in Ucraina

Poi il raccordo con gli orrori in Ucraina e con la funzione dei social: “I social svolgono un ruolo importante nella guerra in Ucraina. Dal primo momento abbiamo saputo tutto, sappiamo tanti dettagli dal primo giorno, sappiamo cosa sta accadendo. In alcuni casi è stato fondamentale accedere alle notizie tramite i social media. Ci sono tante violazioni dei diritti dell’uomo, in particolare la situazione dei cittadini arabi presenti in Ucraina e i rifugiati che lasciavano le città dell’Ucraina, è stata segnalata grazie ai social media, è una questione che mi tocca da vicino”.