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Pd, nessun accordo sui capigruppo: slitta la convocazione dei parlamentari dem

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Nessun accordo sui capigruppo del Pd: la convocazione dei parlamentari dem slitta alla prossima settimana mentre Schlein vola a Bruxelles.

L’obiettivo era sciogliere il nodo sui capigruppo del Pd prima della partenza di Elly Schlein per il vertice Pse a Bruxelles: la segretaria, tuttavia, si è ritrovata a dover volare nel cuore dell’Ue senza stringere tra le mani nessun accordo. A causa del viaggio, quindi, la convocazione dei parlamentari dem è ulteriormente slittata – presumibilmente – a martedì o mercoledì dell’ultima settimana di marzo.

Pd, nessun accordo sui capigruppo: slitta la convocazione dei parlamentari dem

È ancora lunga la strada verso l’accordo sui capigruppo nel Partito Democratico. Il tentativo di accelerazione emerso nella giornata di martedì 21 marzo, quando l’obiettivo del Transatlantico era riunire le assemblee già oggi, mercoledì 22, prima della partenza di Elly Schlein per partecipare al vertice Pse a Bruxelles in vista del Consiglio Ue è miseramente naufragato. La convocazione dei parlamentari dem, quindi, è slittata a data da destinarsi. O, comunque, a non prima della prossima settimana.

Stando a quanto riferito da AdnKronos, la maggioranza del Pd avrebbe riferito che i nomi in lizza per le posizioni di capigruppo non sono cambiati: l’intenzione è nominare presidenti vicini alla segreteria e, quindi, Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga, già esponente di Areadem di Dario Franceschini, alla Camera.

Ma il progetto della segreteria sembra non essere stato accolto di buon grado da tutto il partito: è, infatti, scontro tra maggioranza e minoranza del Pd.

I sostenitori di Bonaccini e il malumore tra i membri del Pd

In merito all’accordo sui capigruppo dem, diversi parlamentari del Pd a Montecitorio hanno affermato che “la situazione è incartata” mentre si temono lacerazioni nei gruppi. In questo contesto, tra i parlamentari che hanno sostenuto Stefano Bonaccini alle primarie hanno tracciato una strada che potrebbe portare a un accordo complessivo capace di mettere insieme capigruppo e segreteria per sfuggire allo stallo. Non è escluso, tuttavia, che l’intera vicenda possa concludersi con un nulla di fatto.

I sostenitori di Bonaccini, però, hanno riferito che non sarebbe questa l’intenzione del governatore dell’Emilia-Romagna. E prevedono: “Alla fine troveranno una soluzione, come hanno sempre fatto in questi anni”.

Nel frattempo, tutte le carte sono sul tavolo mentre il malumore serpeggia tra i parlamentari. Quelli con il dente più avvelenato, ad esempio, hanno tuonato dal Transatlantico: “È passato quasi un mese dalle primarie e ancora la segretaria non si è presentata ai gruppi…”.