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Pelé, il commovente messaggio della figlia Kely: "Ancora una notte insieme"

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Una foto dall''ospedale e un tenero abbraccio: sta facendo commuovere il mondo il messaggio che la figlia ha scritto per il padre Pelé.

La leggenda del calcio Pelé dal 29 novembre si trova nel suo letto d’ospedale a San Paolo. Il mondo in queste ultime ore è in apprensione per le sorti di O Rei anche per via degli ultimi bollettini provenienti dall’Albert Einstein dove si parla di “insufficienza renale e cardiaca”. La figlia Kely Cristina Nascimento ha condiviso una foto commovente nella quale la vediamo abbracciata al padre. Le parole particolarmente toccanti si sono diffuse rapidamente. 

Pelé il toccante messaggio della figlia: “Siamo ancora qui”

Kely nello scatto condiviso su Instagram nella notte ha scritto: “Siamo ancora qui, nella lotta e nella fede. Ancora una notte insieme”. Lo scorso 22 dicembre la donna aveva spiegato ai follower che il padre sarebbe rimasto in ospedale anche nei giorni di Natale: 

“Famiglia insta, il nostro Natale a casa è stato sospeso. Abbiamo deciso con i medici che, per vari motivi, sarebbe meglio rimanere qui con tutte le cure che questa nuova famiglia di Einstein ci dà! Noi, come sempre, vi ringraziamo per tutto l’affetto che ci dimostrate qui in Brasile oltre che in tutto il mondo! Il vostro amore per lui, le vostre storie e le vostre preghiere sono un ENORME conforto perché sappiamo di non essere soli.Trasformeremo questa stanza in un Sambódromo (scherzo), faremo anche le caipirinhas (non scherzo!! ). Auguriamo a tutti coloro che festeggiano un Natale pieno di famiglia, pieno di bambini, qualche litigio e TONNELLATE di amore e salute !!”. 

Il figlio Edinho: “Certi momenti sono difficili”

Anche il figlio ed ex portiere Edinho ha parlato di come questi momenti non siano per lui facili: “Voglio ringraziare tutti per l’affetto, i messaggi e le preghiere che riceviamo per nostro padre. Lo dico a nome mio e di tutta la famiglia […] Le mie due sorelle più grandi di me sono lì con lui, 24 ore al giorno, e questo mi conforta. Attraverso di loro io e i miei fratelli, che attualmente sono negli Stati Uniti, riusciamo in qualche modo ad essergli vicini. Io vorrei essere presente, ma in questo momento ho un compito da portare a termine qui. Del resto, non sono un medico e in ospedale non potrei fare molto. Inoltre più faccio bene qui al Londrina, più lo rendo felice. A volte però ‘stacco’ e mi prendo dei momenti per riflettere e pregare. Certi momenti sono difficili”.