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Perché alcune Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla non cambiano colore?

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Perché alcune Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla non cambiano colore? Il grafico di Rassegnally.

Perché alcune Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla non hanno ancora cambiato colore? La spiegazione è data dall’analisi delle percentuali annesse ai tre parametri stabiliti dal Governo che regolano il trasferimento delle Regioni da un colore all’altro.

Perché alcune Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla non cambiano colore?

L’Italia è ormai alle prese con una nuova, potente ondata di contagi legati alla pandemia da coronavirus. Come si evince dai dati relativi all’incidenza, infatti, è possibile osservare come molte Regioni italiane abbiano ormai superato i 1.000 casi settimanali per 100 mila abitanti.

Tra le regioni che rientrano in una simile casistica, infatti, sono presenti ad esempio Lombardia, Piemonte, Toscana e Umbria. Nel caso della Lombardia e dell’Umbria, poi, l’incidenza sta per raggiungere addirittura i 1.500 casi settimanali per 100 mila abitanti.

In materia di incidenza, secondo i parametri indicati dal Governo italiano, il trasferimento in zona arancione e in zona rossa avviene al superamento della soglia di 150 casi settimanali per 100 mila abitanti.

Per quale motivo, quindi, alcune Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla non cambiano colore?

Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla: la spiegazione e il grafico di Rassegnally

Il motivo per il quale alcune Regioni restino in zona bianca pur presentando un’incidenza superiore a quelle riclassificate in zona gialla dipende dai parametri fissati dal Governo che regolano il passaggio delle Regioni da un colore all’altro.

Come spiegato dall’agenzia di media/stampa Rassegnally, infatti, l’incidenza non è l’unico parametro da osservare per il cambio di colore. Per rendere effettivo il trasferimento a un nuovo colore di una data Regione, devono superare determinate soglie anche altri due parametri legati alla percentuale di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri ordinari e alla percentuale di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva.

A questo proposito, quindi, Rassegnally ha realizzato e diffuso sul Instagram un grafico attraverso il quale ha mostrato il rapporto che attualmente sussiste tra incidenza, occupazione dei posi letto nei reparti ospedalieri ordinari e di terapia intensiva e classificazione in zona bianca, gialla e arancione per ogni Regione italiana.

L’agenzia, inoltre, ha anche ribadito quanto segue: “Ricordiamo che per andare/stare in zona arancione bisogna soddisfare contemporaneamente tre requisiti: posti letto ordinari Covid occupati oltre il 30%, terapie intensive Covid oltre il 20% e incidenza settimanale sopra ai 150 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Per la rossa oltre il 40% di ricoveri ordinari, il 30% di intensive e sempre più di 150 casi”.

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Regioni in zona bianca con incidenza superiore a quelle in zona gialla: i dati del monitoraggio ISS del 31 dicembre 2021

Rassegnally, poi, ha anche pubblicato sulla sua pagina Instagram i tassi di occupazione ospedaliera per ciascuna Regione aggiornati al monitoraggio ISS di venerdì 31 dicembre 2021, confrontandoli con le percentuali emerse con il monitoraggio della settimana precedente.

Nello specifico, per quanto riguarda i dati relativi ai parametri che regolano il cambio di colore rispetto alle singole Regioni, il monitoraggio ISS aggiornato al 31 dicembre 2021 riporta quanto segue:

  • Abruzzo: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 12,7%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 11,7%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 9,8% – 8,3%;
  • Basilicata: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 16,9%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 3,2%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 11,4% – 0,0%;
  • Calabria: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 29,0%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 16,6%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 25,9% – 16,6%;
  • Campania: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 15,6%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 5,5%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 12,7% – 4,2%;
  • Emilia-Romagna: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 14,8%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 13,6%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 12,5% – 12,4%;
  • Friuli-Venezia Giulia: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 22,1%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 14,9%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 22,0% – 14,9%;
  • Lazio: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 17,6%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 12,6%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 14,3% – 10,3%;
  • Liguria: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 28,3%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 19,0%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 24,8% – 14,2%;
  • Lombardia: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 17,5%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 13,3%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 13,8% – 10,6%;
  • Marche: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 22,1%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 20,6%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 19,5% – 18,7%;
  • Molise: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 11,4%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 2,6%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 7,4% – 5,1%;
  • Provincia Autonoma di Bolzano: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 16,2%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 18,0%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 16,4% – 21,0%;
  • Provincia Autonoma di Trento: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 19,3%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 23,3%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 19,1% – 24,4%;
  • Piemonte: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 20,2%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 16,2%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 14,9% – 10,7%;
  • Puglia: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 8,9%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 5,7%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 6,1% – 4,9%;
  • Sardegna: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 9,0%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 7,4%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 7,9% – 5,4%:
  • Sicilia: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 20,2%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 11,0%; valori del monitoraggio precedente 15,5% – 9,0%.
  • Toscana: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 11,9%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 13,3%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 7,7% – 11,6%;
  • Umbria: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 18,4%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 6,3%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 9,8% – 6,3%;
  • Valle d’Aosta: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 29,3%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 6,1%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 22,2% – 0,0%;
  • Veneto: occupazione posti letto Covid in reparti ordinari 19,0%; occupazione posti letto Covid in terapia intensiva 18,2%; percentuali di occupazione del monitoraggio precedente 18,2% – 15,9%.