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Perché la data di Pasqua cambia ogni anno in base al calendario lunare e con la "bussola" dei Vangeli

La Pasqua è una festa "mobile"

Perché la data di Pasqua cambia ogni anno: dal calendario lunare alle regole fissate nel Concilio di Nicea fino ai simboli, religiosi e pagani

Sul perché la data di Pasqua cambia ogni anno ci si interroga a volte in maniera distratta. Lo si fa cercando di riesumare i “segreti” e le meraviglie di una festa che è legata al calendario lunare ed al racconto evangelico. Ed è un racconto che crea interesse e recupera valore soprattutto in questa Pasqua del 4 aprile 2021, in sordina e piegata dalla pandemia, crea interesse. Il significato della più importante festa cristiana resta infatti inalterato, così come alcune sue tradizioni, la prima delle quali è la sua temporalità mobile. La resurrezione di Gesù Cristo viene celebrata in una domenica compresa fra il 22 marzo e il 25 aprile. Da qui le definizioni convenzionali di “bassa e alta” a seconda del suo addentrarsi o meno nel calendario primaverile.

Perché la data di Pasqua cambia: la luna e i Vangeli

Il giorno delle domenica è mutuato dal racconto dei Vangeli: è quello per cui si legge che il giorno successivo al sabato fu scoperto il sepolcro vuoto di Gesù. Si, ma quale domenica? E qui entra in gioco il calendario lunare. Pasqua è fissata per la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Ecco perché poi Pasqua, essendo mobile, “porta a traino” con sé nella sua mobilità feste e momenti che ad essa sono collegati. Sono Quaresima, Settimana Santa, Ascensione e Pentecoste. Sta di fatto che ci volle il grande “repulisti” del Concilio di Nicea del 325 d.C. a fare ordine. In quell’occasione la miriade di regole discese dal cristianesimo appena affermatosi venne scremata in una serie di regole comuni, in cui rientrò anche la fissazione lunare e di origini “pagane” della Pasqua.

Origine del nome di una festa “doppia”

E il nome? Deriva da “passare oltre”, che in aramaico si dice “pasah”. Questo perché la Pasqua ebraica, la “Pesach”, aveva solide basi agresti e celebrava le prime raccolte di frutti e coltivazioni dopo aver “oltrepassato” l’inverno. Il significato secondo, sempre secondo la tradizione ebraica, arrivò con la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. E il precedente venne stabilito dall’episodio in cui Dio uccise tutti i primogeniti egiziani risparmiando quelli degli Ebrei, le cui case erano segnate con sangue di agnello. Angello che è animale totemico delle due Pasque, quella ebraica e quella cristiana, che a volte coincidono, altre divergono.

L’agnello come simbolo ebraico e cristiano

Non diverge invece la tradizione di consumare carne di agnello proprio per indicare il ruolo salvifico che il sangue dell’animale ebbe. Questo anche perché la simbologia cristiana sull’agnello con il tempo si è rafforzata, dato che è un diretto riferimento a Cristo che si sacrifica per il bene dell’umanità. E le uova? La tradizione ha due origini: la prima legata alla simbologia di vita e resurrezione, la seconda perché in Quaresima non si mangiavano né carne né uova.

Le uova al cioccolato, ecco quando nacquero

Ma siccome le galline le scodellavano comunque le si prese a bollire e a dipingerle, così non venivano mangiate e diventavano simboli. Che poi le uova siano diventate di cioccolato è fatto recente: i dolciai inglesi della Cadbury ebbero un’intuizione nel 1875. Più pagano invece il coniglio, che è simbolo più anglosassone, e che richiama la fertilità parossistica del periodo primaverile.