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Perugia, mamma morta a 29 anni: rinviato a giudizio il medico anestesista

indagine

Morì in seguito ad un arresto cardiorespiratorio durante un intervento chirurgico: rinviato a giudizio il medico anestesista

Rinviato a giudizio il medico anestesista della clinica privata Villa Fiorita di Perugia che, in seguito alla morte della paziente 29enne Ioana Lingurar, è finito sotto inchiesta. Il processo a carico del 77enne campano, ritenuto responsabile del reato di omicidio colposo, inizierà l’11 luglio del prossimo anno.

Morì in seguito ad un arresto cardiorespiratorio durante un intervento chirurgico: rinviato a giudizio il medico anestesista

La giovane mamma ha perso la vita il 23 gennaio 2021. La decisione del giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo, di rinviare a giudizio il medico, è stata accolta con una certa sorpresa da parte della difesa. L’avvocato Delfo Berretti ha detto: “Le sezioni unite Franzese e la giurisprudenza successiva esigono per la penale responsabilità che l’evento lesivo, in caso di compimento dell’azione asseritamente omessa, non si verifichi con un grado di probabilità prossimo alla certezza. L’incidente probatorio ha detto il contrario“.

L’avvocato resta comunque fiducioso: “Nel corso del processo, in ogni modo, riusciremo a dimostrare l’innocenza del medico anestesista“, nonostante per l’accusa il 77enne ha agito “in violazione delle raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate dalla legge, nonché delle buone pratiche clinico-assistenziali adeguate alle specificità del caso concreto“.

La ricostruzione dell’accusa

L’accusa ha riavvolto il nastro: il 22 gennaio del 2021, durante un intervento chirurgico di artroscopia di anca in anestesia spinale presso la Casa di cura Villa Fiorita, il medico “omettendo di rilevare adeguatamente i parametri clinici della paziente durante la procedura anestesiologica, ritardava il rilevamento dei dati elettrocardiografici e diagnosticava tardivamente che, nel corso dell’intervento chirurgico, la paziente era entrata in arresto cardiorespiratorio“.

La difesa della Casa di Cura

Sul fatto s’è pronunciata anche la Casa di Cura Villa Fiorita, attraverso una nota degli avvocati Vincenzo Propenso e Stefano Bordoni: “È opportuno precisare che la Casa di Cura Villa Fiorita non siede sul banco degli imputati ma è parte del processo esclusivamente come responsabile civile rispetto ad un’eventuale pronuncia di condanna al risarcimento dei danni“.

Si legge inoltre: “Il rinvio a giudizio di oggi non equivale ad un’attribuzione di responsabilità al medico e tantomeno alla struttura ma sancisce la necessità di sottoporre la vicenda al vaglio dibattimentale, al fine di fare maggior chiarezza sulle cause della morte della povera ragazza e su ogni altro aspetto contenuto nel capo d’imputazione“.