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Piano vaccinale in Italia, dal 2022 solo Pfizer e Moderna: Draghi verso lo stop ad Astrazeneca e J&J

Draghi: cambio piano vaccinale in Italia

Il premier Draghi cambia il piano vaccinale in Italia: non rinnovati contratti ai farmaci a vettore virale, si punta tutto sui sieri a Rna messaggero.

Draghi cambia il piano vaccinale in Italia: dal 2022 solo Pfizer e Moderna. Non saranno rinnovati i contratti ai farmaci a vettore virale: penalizzati AstraZeneca, J&J, Sputnik e l’italiana ReiThera, che saranno destinati solo agli over 60.

Draghi cambia il piano vaccinale in Italia

I vaccini Johnson&Johnson e AstraZeneca sembrano uniti dallo stesso destino: fonti del governo italiano confermano che l’orientamento immediato è di circoscriverne l’uso solo agli over 60

Inoltre, c’è un’altra è preoccupazione che coinvolge i vaccini cosiddetti “a vettore virale”, quali AstraZeneca, J&J e Sputnik, tutti e tre finiti nella bufera di questi giorni di ansie e incertezze (i primi due per motivi scientifico-sanitari, il terzo anche per ragioni geopolitiche). Infatti, la Commissione europea sembrerebbe intenzionata a non rinnovare i contratti con le aziende che producono vaccini di questo tipo.

L’obiettivo è puntare tutto sui sieri a Rna messaggero: Pfizer e Moderna, che fino ad ora hanno dato più sicurezza (anche sul fronte contrattuale, dicono nel governo), sarebbero i favoriti. Il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva già avvertito in conferenza stampa che l’Ue non avrebbe replicato l’errore di firmare contratti senza vere garanzie, specificando che “i prossimi saranno fatti meglio”.

Intanto, si discutono i possibili impatti sul piano vaccinale della frenata su J&J, che, ricordiamo, gode dell’indubbio vantaggio di essere monodose. Già dal 14 aprile, Janssen fornirà alla Fda e all’agenzia europea Ema alcuni dati che chiarirebbero la connessione tra il vaccino e i sei casi di rare trombosi cerebrali riscontrate negli Usa (a fronte di quasi sette milioni di somministrazioni).

Per adesso, si procederà come prima: a deciderlo il ministro della Salute Roberto Speranza, i vertici dell’Aifa e il Cts. Se tutto dovesse andare come previsto, sommando 7,3 milioni di J&J a 24,5 milioni di Pfizer, a 10 di AstraZeneca e 4,6 di Moderna, il totale del secondo trimestre darebbe 45 milioni di dosi.

In tutto i vaccini a vettore virale per l’Italia valgono quindi 62 milioni di dosi. Se dovessero restare in frigo significherebbe dover cambiare la data prevista per l’immunità di gregge, segnata dal premier draghi a settembre. Al contrario, se si arrivasse a limitarne l’uso agli over 60, entro l’anno si avranno comunque a disposizione circa 74 milioni di dosi Pfizer e Moderna sufficienti a immunizzare la metà più giovane dei cittadini.