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Flat tax, attrito tra Salvini e Tria: il tracollo nel rating

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Attrito sui fondi per la flat tax tra Tria e Salvini. In una nota congiunta chiariscono. Cresce lo scetticismo delle agenzie di rating sull'Italia.

Risolto il contenzioso tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il ministro dell’Interno Matteo Salvini sui fondi da destinare alla flat tax. Tria aveva parlato di 600 milioni di euro, Salvini era intervenuto per smentirlo: “600 milioni per la flat tax? Sono di più: un miliardo e 700“. Tramite una nota congiunta i due fanno chiarezza: “Nessun caos sulla flat tax” si legge nel comunicato. Sembra infatti che i due ministri dicessero “la stessa cosa e le stesse cifre con una prospettiva diversa“. Nonostante il chiarimento la preoccupazione delle agenzie di rating non si placa, la previsione di Fitch sul nostro paese rimane di classe BBB: negativa.

Chiarezza sulla flat tax, la nota congiunta

Salvini aveva mostrato la sua solita spavalda sicurezza nel contraddire il ministro Tria e nell’annunciare il varo del decreto fiscale previsto per lunedì 15 ottobre, quando “i numeri saranno scritti“. Eppure la nota congiunta resa pubblica dai due dà ragione a entrambi. “Le risorse stanziate sono quelle dette da Triasi legge nel comunicato – cioè 600 milioni nel 2019, 1,8 miliardi nel 2020 e 2,3 nel 2021: in totale a regime ci sono 1,7 miliardi all’anno come sostiene Salvini. Nel triennio abbasseremo le tasse con una media annuale stimabile in 1,7 miliardi“. Ciononostante un lieve disaccordo permane: secondo Tria verranno usati 4,7 miliardi, secondo Salvini 5,1.

La mazzata dalle agenzie di rating

Il 10 ottobre il ministro Tria ha fatto chiarezza sull’entità della manovra. In totale le operazioni previste dal governo gialloverde varranno 36,7 miliardi di euro. Le coperture di una così alta somma di denaro sono date da 6,9 miliardi di tagli, 8,1 miliardi di maggiori entrate e 22 miliardi di aumento del deficit. Circa il 60% dei fondi necessari alla manovra sono quindi ricavati da quel 2,4% tanto osannato da Di Maio. Le previsioni del governo e la mancanza di coperture per la manovra stessa non convincono non solo Europa e Banca d’Italia, ma anche le agenzie di rating internazionali.

Fitch, l’agenzia statunitense che già ad agosto aveva declassato le previsioni sull’Italia BBB, passando da standard a negative, rincara la dose. La manovra aggrava la situazione: rimaniamo negativi nel rating, a soli due gradini dai titoli spazzatura. L’agenzia asserisce infatti che ci sono “rischi considerevoli per i target della manovra, specie dopo il 2019“. Secondo Fitch nel 2020 le previsioni del calo del debito al 2,1% nel 2020 sono irrealistiche: ci avvicineremo più probabilmente al 2,6%. Il debito pubblico invece salirà al 129,8% e non rimarrà a quota 126,7%.