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Di Battista: "Papà è il fascista più liberale che conosca"

Di Battista

Dal Nicaragua Alessandro Di Battista manda un messaggio d'elogio al padre Vittorio. "E' il fascista più liberale che io conosca", ha dichiarato

Nel 2015 la rivelazione: “No di destra proprio no, sono fascista. È un’altra cosa”. Così Vittorio Di Battista, padre dell’ex parlamentare Cinquestelle, al raduno del Movimento a Imola intervistato da Corriere Tv. Parlando poi del figlio, aveva dichiarato: “Più che come ministro degli Esteri, io lo preferirei ministro dell’Interno. Spero che possa diventare più cattivo del padre”. A distanza di anni, Alessandro Di Battista ha voluto elogiare suo padre. E lo ha fatto con un messaggio direttamente dal Nicaragua.

Alessandro Di Battista sul padre

Di Battista in collegamento dal Nicaragua (dove si trova per una trasferta temporanea) ha voluto dire la sua sul padre Vittorio, fascista dichiarato, fustigatore di Renzi, Berlusconi, Mattarella, il tutto contornato da toni accesi. Ma il figlio lo difende: “Mio padre provoca: è nel suo carattere, è una persona onesta, io lo stimo tanto perché mi ha insegnato questa irriverenza. Penso sia la persona più liberale, nel senso buono del termine, che io conosca: un fascista, come si definisce lui, che vuole che la Chiesa paghi l’Imu, un fascista d’accordissimo con le unioni civili, anti-imperialista, molto più amante del Che che di Berlusconi o Bolsonaro. Un personaggio molto particolare“. Quasi una contraddizione in termini, visto che il Fascismo di liberale non ha proprio niente. Un ossimoro che suona bene se a dirlo è un soggetto come l’ex grillino, amico di Di Maio e favorevole ai toni più coloriti e vivaci.

Alla trasmissione “Accordi & Disaccordi”, in onda sul canale Nove di Discovery Itali, Di Battista non risparmia i suoi commenti sulla politica. In particolare sull’alleanza con la Lega. Salvini è stato da lui invitato a essere leale “altrimenti si torna a votare”. Lo ha invitato, inoltre, a cambiare la politica sull’immigrazione perché le persone “non si fermano con i muri e i porti chiusi”. E ancora: “Che pensate, che quelle cose che pensavo di Salvini non le penso più? Ma in quella situazione, c’era da un lato l’impossibilità di andare al governo da soli”. Invee, sul Movimento 5 Stelle, ha detto: “Non deve mantenere il potere per sempre e io ne sono la dimostrazione vivente: a quest’ora sarei ministro”. Ma non mancano i commenti positivi: “Stiamo facendo un sacco di cose e 9 su 10 sono iniziative del M5s: il condono fiscale sparisce, la legge sul conflitto di interessi, la prescrizione”. Infine, un messaggio a Di Maio: “La regola del M5S prevede due mandati elettivi, non è che finisce la carriera politica di una persona”. Dunque Di Maio potrà fare il ministro senza candidarsi? “Le regole del Movimento dicono questo, poi stiamo parlando per iperbole”, risponde.