Alberto Conti Terminate le indagini della Procura sull’inchiesta “Xenia”, che vedevano il sindaco di Riace Lucano ai domiciliari e allontanato dal Comune, a Reggio Calabria. Indagate con lui altre 30 persone, tutte con presunte irregolarità nella gestione dei migranti.
Sospese le indagini sul sindaco di Riace
La Procura di Locri ha chiuso le indagini nei confronti del sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano ed altre 30 persone precedentemente coinvolte nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel comune di Locri. Lo scrive la Gazzetta del Sud. La Procura aveva contestato a Lucano anche associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, falso, concorso in corruzione e malversazione. Lucano era stato posto agli arresti domiciliari il 2 ottobre scorso, poi revocati e sostituiti dal divieto di dimora a Riace, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Nell’avviso di conclusione indagini, tuttavia, gli vengono contestati reati più gravi per i quali il gip non aveva accolto la richiesta d’arresto: associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione.
Lucano: “Sono tranquillo con la coscienza”
Si è così chiusa l’inchiesta “Xenia“, riguardo alla quale Lucano avrebbe dichiarato: “Sono tranquillo con la mia coscienza perché non ho fatto niente, anzi ho cercato di aiutare umanamente e non mi sono approfittato di nulla neanche sul piano economico. Non ho proprietà né conti correnti, come ho detto sin dal primo momento. Dopo tanto tempo hanno potuto verificare tutto su di me. Mi auguro che prevalga la coscienza.” Queste le parole all’Ansa di Lucano alla notizia dell’avviso di conclusione delle indagini della Procura.
