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Manovra, Calenda "Salvini e Di Maio non hanno mai lavorato"

Calenda attacca Di Maio e Salvini "dalla manovra si vede che non hanno mai lavorato"

Carlo Calenda si scaglia contro la manovra, "una follia". Poi attacca Salvini e DI Maio. "Si vede che non hanno mai lavorato in vita loro".

Le aspre critiche alla manovra economica arrivano da tutti i fronti. Anche Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico sotto il governo Renzi e sotto il governo Gentiloni, boccia la legge di bilancio che attende la terze e ultima rilettura alla Camera. “Una follia che rischia di farci andare contro un muro, si vede che Di Maio e Salvini non hanno mai lavorato in vita loro e non hanno alcuna esperienza di governo” asserisce Calenda. Intervistato da La Stampa l’ex ministro ha criticato fermamente le scelte del governo in materia economica.

Le critiche di Calenda a Salvini e Di Maio

Le maggiori criticità della manovra economica approvata dal senato nella notte di domenica 23 dicembre sono, secondo Carlo Calenda, i “tagli agli investimenti” e le “clausole di 23 miliardi sull’Iva“. L’ex ministro legge dietro a queste scelte “la volontà di andare al voto dopo le Europee” dei membri del governo del cambiamento.

Dal disastro della legge di bilancio si salva, secondo Carlo Calenda, l’aver evitato la procedura d’infrazione per eccessivo deficit da parte dell’Unione Europea. Ciononostante la crescita economica del paese “andrà a zero“. Le coperture “sono fragili: se non si riescono a fare le dismissioni promesse e i tagli alla spesa, vedo il rischio di una manovra correttiva in primavera“. Stando all’opinione di Carlo Calenda la condotta del governo in merito alla legge di bilancio è stata imprudente e sfacciata: “Hanno fatto i bulli per il 2,4% facendo impennare lo spread, ributtando l’Italia indietro, bloccando gli investimenti e perdendo 96mila posti di lavoro, per poi farsi infliggere condizioni capestro“.

Calenda sul PD: “fare fronte comune”

Carlo Calenda parla anche del Partito Democratico e della necessità dell’opposizione di fare fronte comune. Secondo Calenda il compito è quello di creare “un grande fronte democratico. Questo senza farsi sopraffare dalla “tentazione del Pd di tornare indietro, arroccarsi e magari negoziare un’alleanza con M5s. Zingaretti ha smentito e gli credo ma occorre un progetto ampio che non chiuda il Pd in un perimetro ristretto e perdente“.