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Manovra, si della Camera tra le proteste: le nuove misure

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Approvata dalla Camera con voto di fiducia la manovra finanziaria. Dure le reazioni delle opposizioni, che portano anche ad una sospensione dei lavori

Manovra approvata dalla Camera, che al termine di una giornata di tensioni in aula, con 327 si e 228 no, assicura la fiducia alla prima finanziaria varata dal governo gialloverde. Tecnicamente l’approvazione, arrivata nel corso della serata di sabato 29 dicembre 2018, prima di ricevere l’ok definitivo necessita ancora l’esame degli oltre 200 ordini del giorno. Una serie di votazioni il cui termine è atteso per il pomeriggio di domenica 30 dicembre 2018.

Un testo, quello votato, molto diverso da quello approvato in prima lettura a Montecitorio l’8 dicembre scorso. Da cui sono stati rimossi alcuni dei principali cavalli di battaglia delle due formazioni politiche componenti il governo: rinviata a gennaio l’approvazione di provvedimenti ad hoc per la riforma delle pensioni e la creazione di un reddito di cittadinanza. Nonostante le risorse siano già accantonate dalla legge di bilancio in fase di approvazione definitiva.

Le misure approvate

Con questa manovra il governo è riuscito ad impedire – almeno fino al prossimo anno – l’aumento dell’Iva. E per farlo ha dovuto impegnare quasi 12.5 miliardi di Euro. Una decisione che appesantisce però gli oneri futuri: per impedire un nuovo aumento, nel 2020 sarà infatti necessario per il governo reperire oltre 23 miliardi.

Approvata anche la misura a sostegno delle partite Iva. Misura che permetterà il pagamento del 15% di tasse a coloro i cui ricavi non superano i 65.000 euro.

Approvata anche la cosiddetta “Web Tax”, l’imposta sui servizi digitali. Imposta che prevede il versamento di una tassa del 3% sui ricavi delle aziende “Che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi pari o superiore a 750 milioni di euro, di cui almeno 5.5 milioni realizzati nel territorio italiano”. Una tassa mirata a colpire gli interessi delle grandi società del web, che utilizzando schemi societari particolarmente complessi riescono ad aggirare il fisco dei paesi in cui operano, destinando la maggior parte dei guadagni verso paesi con regimi fiscali particolarmente vantaggiosi.

Il taglio alle pensioni d’oro

Approvato anche il taglio alle pensioni d’oro, che dovranno versare aliquote progressivamente maggiori all’aumentare del reddito annuale percepito. Contributo che per i redditi tra i 100.00 e i 130.000 mila euro sarà del 15%, del 25% per i redditi compresi tra i 130.000 e i 200.000 euro, del 35% per quelli tra i 350.000 e i 500.000, e che arriverà al 40% per quelli superiori ai 500.000 euro

Una misura però, almeno secondo i dati della relazione tecnica finale, arriverà a far incassare allo stato appena 76 milioni: una cifra di molto inferiore al miliardo di euro ripetutamente paventato dal Vicepremier Di Maio.

Ridotti inoltre gli interventi di rivalutazione delle pensioni di poco superiori ai 1500 euro lordi. In questo caso quindi non un taglio, ma un aumento inferiore alle attese. Che secondo i calcoli della Cgil dovrebbe andare dai 70 euro lordi per pensioni di 2537 euro mensili, ad un massimo di 483 per quelle superiori agli 8119.A conti fatti, per una pensione di circa 2500 euro, si tratta quindi di un mancato introito di circa 14 euro al mese.

L’ecobonus per le auto

Approvato anche l’ecobonus che prevede uno sconto fino a 6000 euro destinato a chiunque decida di acquistare veicoli elettrici o ibridi rottamando un veicolo inquinante. Manovra che prevede invece una nuova tassa di immatricolazione per i veicoli più inquinanti. Imposta il cui importo può variare tra i 1100 e i 2500 euro.

Lo sgambetto al no profit

La norma, così come è stata approvata, prevede ancora la cancellazione delle agevolazioni Ires per il No Profit. Settore che si vedrebbe aumentare dal 12 al 24% l’aliquota dovuta allo stato. Una misura che Di Maio promette però verrà corretta il prima possibile.

La proroga delle concessioni

Per quanto riguarda le concessioni degli stabilimenti balneari, la manovra proroga per 15 anni tutte quelle già esistenti. Rimandate quindi le precedenti proroghe concesse, che fissavano al 31 dicembre 2020 il raggiungimento di nuovi accordi. Accordi che avrebbero dovuto aumentare le cifre ricavate dallo stato, che dalle attuali concessioni incassa ogni anno la modestissima cifra di 103 milioni di euro.

La modifica alla maternità

La manovra cambia inoltre le regole per l’accesso alla maternità, dando la possibilità, per coloro che lo vorranno, di restare al lavoro fino al nono mese di gravidanza, usufruendo del periodo di maternità solo successivamente al parto. Aumentato invece da 4 a 5 giorni il periodo di congedo obbligatorio per i padri, mentre viene aumentata da 1000 a 1500 euro la dote per l’iscrizione all’asilo nido.

Forti proteste dalle opposizioni

Nel corso delle dichiarazioni di voto Movimento e Lega hanno difeso a spada tratta la legge, nonostante il forte dissenso espresso dalle opposizioni. Una situazione di caos che ha anche portato il presidente Fico a sospendere la seduta per 5 minuti, quando i deputati di Forza Italia hanno inscenato una dimostrazione. I parlamentari hanno infatti indossato alcuni gilet azzurri con scritte quali “Giù le mani dal no- profit” e “Basta tasse”. Con Silvio Berlusconi che torna alla carica, annunciando per il mese di gennaio una serie di manifestazioni di piazza contro il governo.

La reazione del Pd

Ripresi a più riprese dal Presidente Fico anche i deputati del Pd, a cui non sono per nulla piaciute le parole del deputato 5 Stelle Teresa Manzo, che accusa le opposizioni di “Aver tutelato i truffatori e non i truffati”. Le sue parole suscitano una dura reazione dei parlamentari, che accusano Fico di difendere non l’Istituzione che presiede, ma unicamente il suo gruppo.

Esprime un parere contrario alla manovra anche il capogruppo Pd Graziano Del Rio, secondo il quale l’approvazione rappresenta “Una pagina buia per il parlamento, che viene umiliato”. Del Rio prosegue spiegando il suo parere: l’ex ministro rivolgendosi al governo, afferma infatti che “Avete chiesto la fiducia su una manovra che il Parlamento non ha avuto modo di Analizzare”. “Speriamo”, conclude, “Che il 9 gennaio la Corte Costituzionale stabilisca che questa legge è illegittima, perché non è stato garantito l’equilibrio dei poteri”.

Forza italia e i “Gilet Azzurri”

Parole dure anche quelle di Giorgio Mulè, eletto tra le fila di Forza Italia, secondo il quale “La maggioranza considera la costituzione un orpello”. Il deputato prosegue con un invito ai colleghi deputati: “Svegliatevi dal torpore”, afferma. “Rappresentiamo milioni di italiani e rivendichiamo il diritto di rappresentarli”. Il deputato prosegue spiegando che “La Lega, vittima delle sirene dei Cinque Stelle e ammaliata dal potere, ha dato vita ad una alleanza contro natura”. Secondo Mulè si tratta di una “Manovra approvata al buio, che obbedisce a chi ha scritto la manovra da Bruxelles”.