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Salvini ha chiesto a una talpa di spiare le Ong

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Parla a TPI Pietro Gallo, ex poliziotto a bordo della nave Ong Vos Hestia che, tra il 2016 e il 2017, ha passato informazioni su richiesta alla Lega.

Come riporta TPI nella sua esclusiva video da poco pubblicata, l’ex poliziotto Pietro Gallo, intervistato per l’occasione, dichiara che il ministro dell’interno Matteo Salvini chiese di spiare le Ong per favorire l’apertura di un’inchiesta. Gallo, che è stato a bordo della nave Vos Hestia di Save The Children come agente di sicurezza, ammette che tra il 2016 e il 2017 ha fornito informazioni confidenziali all’entourage di Matteo Salvini e ai servizi segreti. Tra i materiali passati sotto banco, informazioni e registrazioni che parteciparono ad alimentare la cosiddetta “cultura del sospetto” nei confronti delle Ong e le argomentazioni contrarie all’immigrazione.

“Inizialmente abbiamo contattato l’Aise”

Gallo spiega di essere salito a bordo della Vos Helvetia il 5 settembre del 2016, con il compito di mantenere la sicurezza a bordo una volta recuperati i migranti: “Vedevamo gli scafisti accompagnare i migranti vicino a queste navi del soccorso umanitario e poi tornavano indietro”. I partiti sono stati contattati solo successivamente ad un’informativa che hanno inviato al servizio segreto Aise. Una volta informate le autorità italiane, non ricevendo una risposta, hanno preso contatto con le parti politiche.

Il contatto con i partiti

Come racconta Gallo a TPI: “Abbiamo scritto ad Alessandro Di Battista, che non ci ha risposto. Abbiamo provato a contattare la segreteria di Fratelli d’Italia senza nessun riscontro“. Per finire, non essendo riusciti a parlare con nessuno di questi, hanno deciso di contattare la segreteria della Lega e, dopo pochi minuti, Matteo Salvini in persona ha ricontattato gli informatori che gli hanno raccontato gli strani movimenti che avevano documentato nel mediterraneo.

Salvini voleva essere aggiornato sulle anomalie

La richiesta di mantenere costante la corrispondenza informativa tra Lega e informatori proverrebbe dallo stesso segretario del Carroccio, il quale stava cercando dei materiali, come registrazioni e foto, che potessero inchiodare le irregolarità compiute dalle Ong. Lo scopo era far aprire un’inchiesta. L’ex poliziotto spiega anche che le sue intenzioni erano lontane dall’utilizzo che poi è stato fatto da Salvini delle informazioni fornite. Inoltre aggiunge che: “Quando avevamo fatto presente ‘guardate che qua se esce fuori qualcosa perdiamo il lavoro‘. Dall’altra parte (Lega) ci era stato risposto di non preoccuparci”. Per terminare, aggiunge di aver subito nel corso del 2018 minacce di morte con proiettili in una busta.