> > Processo Ruby, Cassazione conferma condanne per Fede e Minetti

Processo Ruby, Cassazione conferma condanne per Fede e Minetti

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Processo Ruby, confermata condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per l'ex direttore del Tg4 e a 2 anni e 10 mesi per Nicole Minetti

La sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 7 maggio 2018 per il reati di favoreggiamento della prostituzione (e per Fede anche di tentativo di induzione) per le serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore diventa definitiva. La Cassazione, infatti, ha confermato la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per Emilio Fede e a 2 anni e 10 mesi per l’ex consigliera lombarda Nicole Minetti nel processo Ruby bis.

Processo Ruby, le condanne

L’87enne, ex direttore del Tg4, dovrebbe scontare la prima parte della pena in detenzione domiciliare e non in carcere. Successivamente, verrebbe chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Nicole Minetti, invece, condannata ad una pena più bassa, potrà da subito chiedere l’affidamento in prova.

Stando a quanto riferito dall’Ansa, il problema per Fede è che la pena supera i 4 anni: per questo motivo, la Procura generale deve emettere un ordine di carcerazione. Tuttavia, l’ordine può essere sospeso dagli stessi magistrati, dando 30 giorni di tempo alla difesa di Fede per chiedere la detenzione domiciliare in quanto ultrasettantenne. Il favoreggiamento della prostituzione non è un reato ostativo per questo genere di istanza, anche se la stessa sospensione non è automatica ed è della Procura generale la decisione definitiva. Quando la pena rimanente sarà di 4 anni Fede potrà chiedere l’affidamento, specifica ancora Ansa.

La vicenda Ruby

L’inchiesta attorno all’ex premier Silvio Berlusconi ha preso il via dopo la famosa notte in questura. Tra il 27 e il 28 maggio 2010, Karima El Marough, in arte “Rubacuori”, venne fermata per un furto. L’ex Cavaliere, che si trovava a Parigi, telefonò al capo di gabinetto, Pietro Ostuni, indicando la ragazza come nipote del presidente egiziano Mubarak e che sarebbe arrivata Nicole Minetti, all’epoca consigliere regionale, per prenderla in affido, ricorda La Stampa. E questo effettivamente avvenne, nonostante il pm dei minori Annamaria Fiorillo avesse disposto il suo collocamento in una comunità.

Pochi giorni dopo però, la giovane marocchina, ricoverata in ospedale a causa di una lite con Michele Conceicao, finì davvero in una struttura protetta. Da qui l’apertura dell’inchiesta. Al centro della vicenda ci sono i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali avrebbe partecipato anche la giovane. Ruby, non ancora maggiorenne, avrebbe fatto sesso in cambio di denaro e altre utilità con l’ex capo del Governo. Per evitare che la vicenda venisse a galla, quando Karima venne fermata, telefonò a Ostuni. In questo modo avrebbe ottenuto la possibilità di rilasciarla. E’ stata questa la ricostruzione degli inquirenti.