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Exit poll europee 2019: i Verdi stupiscono, scendono i popolari

seggi parlamento

Iniziano ad uscire i primi exit poll in riferimento alle elezioni europee: analizziamo i risultati in tutti i paesi dell'Unione

Le elezioni europee sono considerate un momento decisivo nella politica nazionale: infatti, i risultati ottenuti a livello europeo definiranno gli equilibri politici all’interno del Parlamento. I cittadini coltivano molti dubbi sul futuro dell’Unione e sui partiti che andranno a comporre l’organo esecutivo europeo dopo il 26 maggio. Quale sarà il primo partito italiano in Parlamento? Ci saranno sorprese dai candidati di minoranza? Vediamo i primi exit poll delle elezioni europee 2019.

Le prime proiezioni

Nelle elezioni europee 2019 si è registrata un’affluenza particolarmente elevata in 27 stati membri dell’Unione: record di 57%. Secondo i primi exit poll i Verdi sono i veri vincitori di queste elezioni: nel nuovo Parlamento eletto dai cittadini il loro gruppo occuperà ben 70 seggi, con un aumento di 19 sul 2014. Il loro risultato ha superato di gran lunga le previsioni. Anche i liberali occuperanno una bella fetta nell’organo esecutivo dell’Unione: per loro sono 107 i seggi ottenuti (+33 sul 2014). I popolari, invece, sono in calo: il primo partito del Parlamento nel 2014, quest’anno perde la soglia degli oltre 200 seggi e si ferma solo a 179. Infine, i Socialisti e i Democratici entrano in Parlamento con 150 deputati, 38 in meno del 2014.

Exit poll elezioni europee 2019

Sono usciti i primi exit poll di queste elezioni europee: in Italia, però, le urne saranno aperte fino alle ore 23. In Germania sarebbe in testa la Cdu-Csu di Angela Merkel che incassa il 27,5% perdendo quasi 8 punti percentuali rispetto al 2014. I Verdi ottengono un risultato storico: il 20,5% dei voti che postrebbe raggiungere il 22% a fine giornata, La Spd subisce un crollo definitivo, fermandosi al 15,6% (in calo di 11 punti). In Austria, invece, prevale per ora il Partito popolare del cancelliere Kurz. In Francia Le Pen supera Macron con rispettivamente 24% a 22/23%, mentre in Ungheria prevale Orban con un netto ìvantaggio sugli avversari (56%). In Spagna i socialisti guidati da Pedro Sanchez si allontanano di 10 punti percentuali dal secondo partito (popolari). Farage e il suo partito pro-Brexit trionfa in Gran Bretagna.

Tsipras esce per il momento indebolito (con il 27% dei voti) a vantaggio del centrodestra di Mitsoakis che ottiene il 36%. A Cipro, infine, prevale il partito conservatore inserito nei popolari europei. In Irlanda si confermano gli europeisti come primo partito: il leader Leo Varadkar, secondo le ultime proiezioni, dovrebbe guadagnare 4 seggi nell’Europarlamento. Anche la Finlandia vede in testa il partito poloare Kok con il 20,9% dei voti. Secondo posto per i socialdemocratici. Seguono i Verdi e i liberali.

In Bulgaria si afferma il partito conservatore Gerb con il 31% dei voti, secondo posto per i socialisti. In Danimarca i socialdemocratici di Mette Frederiksen prevalgono con il 22,9% dei voti. Secondo posto per i liberali e crollo degli euroscettici del Partito del Popolo danese. In Romania si giocano il testa a testa il partito socialdemocratico e il Pnl. In Lettonia, infine, vincono euroscettici e Dombrovskis, che aveva definito l’Italia come la “lumaca d’Europa”. In Olanda il partito di Wilders non ottiene nessun seggio in Parlamento: il Partito per la Libertà si ferma a meno del 4%.