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Governo, ultimatum a Di Maio: Salvini smentisce

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Sembra che Salvini, nel documento, chiedesse 6 sì nel giro di un mese. Tra questi Tav, decreto sicurezza e riforme fiscali.

Nei loro interventi del dopo europee, entrambi i vice premier si sono mostrati sicuri sul destino del governo dicendo che avrebbe continuato senza alcun intoppo. Salvini e Di Maio avevano infatti auspicato la pace tra Lega e Movimento 5 Stelle dopo il voto. Sembra però che tra i due partiti ci siano ancora diversi paletti, primi tra tutti la Tav e l’autonomia. Come riportato da Libero, ci sarebbe però un retroscena che in pochi conoscono: il leghista avrebbe consegnato al leader pentastellato un vero e proprio cronoprogramma, come definito da Repubblica, che conterrebbe le condizioni inderogabili per poter proseguire l’esperienza di Governo giallo-verde.

6 sì in 30 giorni

Nel programma previsto da Salvini, i sì sarebbero 6 in totale e dovrebbero arrivare tutti entro un mese, “altrimenti tutti a casa”. Oltre a Tav e autonomia nel programma ci sarebbero cantieri, decreto sicurezza, riforme fiscali e riforma della giustizia. Il motivo della fretta di Salvini è spiegato da alcuni termini burocratici. Per poter andare ad un eventuale voto a settembre, infatti, la crisi va aperta entro il 15 luglio.

La smentita di Salvini

Intervistato in mattinata da Rtl 102.5, Matteo Salvini ha negato di aver lanciato un ultimatum a Di Maio: “Nessun ultimatum. Noi ci faremo trovare pronti”. Interpellato anche sulla lettera che dovrebbe arrivare dall’Unione Europea, ha detto: “Spero che nessuno mandi letterine. Adesso vediamo se arriva e ci multano per i debiti del passato chiedendoci 3 miliardi. Vi pare che in un momento storico in cui c’è una disoccupazione giovanile del 50% in alcune regioni, da Bruxelles qualcuno ci chiede 3 miliardi in nome di regole del passato. Ogni mia energia sarà usata per cambiare queste regole vecchie e superate”.