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Di Maio: "Chiedo voto a Rousseau sul mio ruolo di capo politico"

Di Maio voto Rousseau

"Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi".

Luigi Di Maio è sotto attacco dopo il flop del M5S alle elezioni europee. Sul Blog delle Stelle, il leader del Movimento ha annunciato di voler mettere nelle mani della “base” il suo destino politico: “Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo. Se ci sono strutture o luoghi decisionali da creare: lo faremo. Prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato. Sarà tutto il M5S a scegliere. Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione. La domanda a cui rispondere è: confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento? Le votazioni saranno aperte dalle 10 alle 20 di domani 30 maggio“.

Di Maio annuncia il voto

“Nelle ultime quarantotto ore hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte”. Comincia così il post con cui Di Maio annuncia il voto. “Ho letto anche i vostri tantissimi messaggi. Alcuni di incoraggiamento, altri che mi hanno fatto riflettere. E di questo vi ringrazio”. Ma il vicepremier non rinuncia a difendere la propria posizione e le proprie scelte: “La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo la faccia. A differenza di alcuni, ma assieme a tanti anche di voi, sono sei anni che non mi fermo e credo di aver onorato sempre i miei doveri, rendendone sempre conto a tutti gli iscritti e gli attivisti del Movimento”.

“Lavorare tanto è una colpa?”

“Non mi sono mai risparmiato in nessuna campagna elettorale”, continua il leader pentastellato. “Ce l’ho messa sempre tutta anche quando nessuno ci credeva. Avevo promesso a tutti di portare il Movimento al governo da candidato premier e ci siamo riusciti. Avevamo promesso il reddito di cittadinanza, quota 100, di smantellare il jobs act, di bloccare le trivelle in mare e aiutare le piccole e medie imprese iniziando ad abbassare le tasse. Di investire nell’innovazione e di bloccare alcune direttive che stavano distruggendo il commercio. È per questi obiettivi che ho deciso un anno fa di assumere l’incarico di ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Non mi sono mai risparmiato. Mai avrei pensato che lavorare tanto potesse essere una colpa“.